Principio della Teshuvà (Yesod Hateshuvà) Rabbenu Yona di Gerona


BS"D


Traduzione di Ralph Anzarouth


Principio della Teshuvà del devoto Rabbenu Yona di Gerona di benedetta memoria, che ognuno deve studiare sempre ed in particolare alla vigilia di Rosh Hashanà e nei 10 giorni penitenziali.

Il Santo, benedetto Egli sia, ci ha annunciato, per mezzo dei profeti, Suoi servitori, e del profeta Yechezkel (18, 30): "Discorso dell'Eterno, il Signore: fate Teshuvà e astenetevi da tutti i vostri crimini, e non incorrerete nella trappola del peccato. Gettate via tutti i crimini dei quali vi siete macchiati, rinnovate il vostro cuore ed il vostro spirito e non morrete [a causa di questi peccati].


Ti guiderò e ti mostrerò ciò che deve fare una persona che ha commesso crimini e peccati, ed ha deciso di rifugiarsi sotto l'ala della protezione Divina e di seguire le vie della Teshuvà: in quel giorno, egli abbandonerà tutte le malefatte commesse, si metterà in testa di essere [come un neonato] appena venuto al mondo, privo di meriti e di colpe, e che le sue azioni cominciano solo a partire da oggi, e da ora in poi esaminerà attentamente ogni suo passo affinché il suo cammino non si scosti dalla retta via. E questa via lo porterà ad effettuare una Teshuvà completa, poiché si imporrà l'attitudine di chi getta via il peso delle [proprie] colpe e la massa dei peccati che ha commesso.


E non si farà impressionare da quei pensieri che intralciano la sua Teshuvà, [con il pretesto] che si vergogna dei suoi peccati, pensando: come oserò fare Teshuvà, allorché mi sono macchiato di peccati, colpe e misfatti, ho fatto questa e quest'altra cosa, ho commesso una trasgressione, l'ho ripetuta una volta e un'altra ancora, finché sono diventate innumerevoli? Come mi presenterò davanti a Lui? Così come si vergogna un ladro colto sul fatto, così mi vergognerò io! E come mi recherò nei Suoi domìni [la sinagoga] e come studierò le Sue leggi [la Torà]? Non bisogna avere questi pensieri! Poiché il provocatore [l'istinto malvagio] gira come una mosca attorno ai suoi pensieri, rinnova ogni giorno [le sue astuzie] contro di lui, ricerca ed esamina [le opportunità] per ingannarlo e lo convince ad accettare questo perfido consiglio.


Al contrario, dovrà pensare che l'attitudine del Creatore benedetto è questa: la Sua mano è tesa per accogliere chi ritorna a Lui. Perciò è meglio gettare via le proprie colpe e preparare per sé uno spirito rinnovato. E così farà nel giorno della sua purificazione, quando prenderà la decisione di diventare servo del suo Creatore, pronuncerà la sua supplica davanti al suo Creatore e dirà:


"Ti prego, Signore, ho commesso peccati, crimini e malefatte, (ho fatto questo e quest'altro... si confessino qui i propri peccati) da quando sono venuto al mondo e fino ad oggi. E ora il mio cuore si è scosso ed il mio spirito si è deciso a tornare veramente verso di Te con buona e ferma volontà, con tutto il mio cuore, il mio spirito e le mie forze, e [ho deciso di] ammettere [i miei misfatti] e di troncare [le mie trasgressioni], di gettare via tutte le mie colpe e di preparare per me un cuore nuovo ed un nuovo spirito, e di diventare lesto ed oculato nel timore di Te. E Tu, Idd-o mio Signore, che apri la mano a chi fa Teshuvà e aiuti coloro che vengono a purificarsi, apri la Tua mano e accoglimi nella mia Teshuvà completa verso di Te, e aiutami a rafforzarmi nel timore di Te. E aiutami contro l'istinto malvagio, che lotta contro di me con l'inganno e che dà la caccia alla mia anima per farmi perire, [aiutami] affinché esso non riesca a sopraffarmi. E allontanalo dalle mie 248 membra, gettalo negli abissi del mare, ammoniscilo di non avvicinarsi a me per provocarmi. E farai in modo che io segua le tue leggi, toglierai il cuore di pietra che è dentro di me, e mi darai un cuore sensibile. Ti prego, Idd-o mio Signore, ascolta la preghiera del Tuo servo e la sua supplica: accetta la mia Teshuvà, e che nessun peccato o colpa possa ostacolare la mia preghiera e la mia Teshuvà. E che davanti al Trono della Tua Gloria si presentino avvocati difensori per intervenire in mio favore, affinché Tu ascolti la mia preghiera. E se a causa dei miei molti e gravi peccati non ho avvocati difensori [che parlino in mio favore], trovami Tu [dei meriti] sotto il Trono della Tua Gloria e accetta la mia Teshuvà, e non farmi ripartire a mani vuote dal Tuo cospetto, perché Tu ascolti le preghiere." Che si abitui a [recitare] sempre questa preghiera.


Ecco la strada che egli deve percorrere e le azioni che deve compiere per abituarsi ad evitare tutti i peccati: al mattino, quando si desta dal sonno, deve pensare a fare Teshuvà ed esaminare le proprie azioni, e che faccia il massimo sforzo per non deviare nemmeno di un passo. Al momento dei pasti, prima di mangiare, che ammetta esplicitamente tutte le proprie colpe. E se si è comportato male in un qualunque frangente, che ammetta ciò in cui ha mancato. E questa [sua] ammissione lo allontanerà da ogni trasgressione e peccato, poiché quando [in seguito] avrà l'opportunità di peccare, egli se ne asterrà e dirà in cuor suo: "Come potrei commettere questa grave mancanza e poi ammettere di averla compiuta? [Se lo facessi], farei parte di coloro di cui è detto (Salmi 78, 36): 'E Lo aduleranno con la loro bocca, ma Lo inganneranno con la loro lingua; il loro cuore non è sincero con Lui e non sono fedeli al Suo patto.' Sarei come uno che si immerge [nel bagno rituale] con una bestia impura in mano! E per di più verrei considerato dal mio Creatore come uno stolto e uno sprovveduto, che non sa resistere in Suo onore alle proprie tentazioni nemmeno per un momento." E quando inculcherà questo ragionamento nel suo cuore e nel suo spirito, allora eviterà il peccato.


E che sia lesto come un cerbiatto e coraggioso come un leone nel compiere la volontà di suo Padre che è in cielo. E dovrà prestare attenzione anche ai peccati minori, perché tutto ciò che fa sarà sotto controllo. E così disse il re David (Salmi 49, 6): "Per quale motivo dovrei temere i giorni delle avversità? A causa delle colpe dei miei talloni!", e cioè le trasgressioni e i precetti che l'uomo calpesta con i suoi talloni ritenendoli privi di importanza. E se al momento dei pasti, pur cercando, non trova in sé alcun peccato, allora che ringrazi e lodi il Suo Creatore, che l'ha aiutato contro il suo nemico, e per essere riuscito a vivere un momento di Teshuvà in questo mondo; e con questo [pensiero] mangi il suo pranzo. E [anche] prima della cena, ammetta [le proprie colpe] come esposto sopra, e così faccia dopo la cena fino al momento di coricarsi.


Ecco [abbiamo esposto] tre momenti [in cui] recitare le tre ammissioni. Che faccia così tutti i giorni, dal giorno in cui ha preso inizio la sua Teshuvà, per un mese o per un anno intero, finché si sarà rafforzato nel timore del Creatore e avrà abbandonato tutte le sue azioni malvagie. E quando si sarà astenuto dalle trasgressioni cui aveva l'abitudine, [malgrado] l'occasione si sia presentata a lui a più riprese, e sarà riuscito a non ricaderci, allora non dovrà più temere, poiché la Provvidenza lo aiuterà, e perfino le trasgressioni [passate] gli saranno contate come meriti.


E che si penta di tutti peccati commessi e da cui è riuscito ad allontanarsi, che sia perennemente pentito e stupito [di aver potuto commetterli], e che chieda a D-o di cancellarli dal libro delle memorie. E che si punisca da sé per questi [peccati]. E se egli è di tempra debole, al punto da non poter sopportare dure punizioni e digiuni, che [perlomeno] si astenga dalle tentazioni, e che non soddisfi tutte le sue voglie, né nel mangiare né nel bere. E così disse il Raavàd (Rabbi Avraham bar David), uno dei giusti di questo mondo: il più grande, efficace e prodigioso baluardo è la privazione del cibo. E così spiegò le sue parole: che non smetta del tutto di mangiare carne e di bere vino, perché sono sufficienti i divieti imposti dalla Torà. Ma che in onore del Creatore, durante i pasti, quando ancora ha appetito, smetta di mangiare un po' prima [di soddisfare] la propria golosità, e che non mangi in misura della propria voglia. E questo accorgimento gli impedirà di peccare e gli ricorderà l'amore per il Creatore più di un digiuno settimanale, perché ricorre tutti i giorni costantemente: ogniqualvolta mangia e beve, che rinunci a una parte della sua tentazione in onore del Creatore.


E che si concentri sullo [studio della] Torà: se [in precedenza] aveva l'abitudine di studiare una pagina, che ne studi due, perché grande è [la forza] dello studio della Torà, poiché conduce alla pratica [dei precetti secondo le regole]. E che costringa la propria indole all'adempimento della Torà e dei precetti, poiché queste [non sono sofferenze vane, bensì] patemi suscitati dall’amore di D-o.


E che la persona non compia i precetti del Creatore facendo le cose a caso, a volte compiendole e a volte trascurandole; anzi, le faccia sempre tutte con tutto il cuore. E che non negletta alcunché, né per indolenza né per vergogna. Per esempio: se ha l'abitudine di mangiare tre pasti durante Shabbat, secondo la regola, ed è ospite di persone che invece non mettono in pratica questo precetto – che non rinunci all'osservanza di questa regola per vergogna, perché questa sarebbe completamente fuori posto! Anzi, che prenda coraggio e dica: portate del pane affinché io mangi secondo il precetto del Creatore! E si comporterà seguendo questo schema in tutti i casi simili. E perfino qualora il mondo intero si facesse gioco di lui, ciononostante egli deve [accettare di] sembrare a tutti uno stolto piuttosto che trasgredire un pur piccolo precetto del Creatore, poiché a questo riguardo è scritto (Proverbi 5, 19) "Amandola sarai sempre in errore", cioè il tuo amore per i precetti [della Torà] sarà tale da [accettare] di apparire confuso e fuorviato, abbandonando ogni tua attività per dedicarti ad essi. Ed abbiamo trovato un esempio di quanto esposto in Rabbi Elazar ben Pedat (trattato di Eruvin, 54b), che stava in un angolo del mercato inferiore [della città] di Tzippoi, studiando la Torà, e non si era accorto di avere dimenticato un indumento in un angolo del mercato superiore, e sembrò a tutti uno stolto a causa del suo amore per il precetto di studiare la Torà. E colui che si comporta così, perfino qualora morisse giovane, riceve una ricompensa [nel mondo futuro] come se avesse vissuto [in questo modo] per settant’anni, cioè gli anni che dedichiamo ai precetti [della Torà].


E questo è ciò che disse il re Shlomò [re Salomone], la pace sia su di lui, nella sua saggezza (Ecclesiaste 5, 19): "Dolce è il sonno del lavoratore, sia quando ha molto da mangiare, sia quando ne ha poco"; sia quando vive una lunga vita, sia quando muore giovane: la ricompensa di chi [ha vissuto] poco è pari a quella di chi [ha vissuto] a lungo. [Infatti,] Moshé guidò il popolo d'Israèl per 40 anni, e il profeta Shmuèl per [soli] 10 anni, eppure il versetto dà loro ugual peso (Salmi 99, 6): "Moshé e Aharòn tra i Suoi sacerdoti, e Shmuèl tra coloro che invocano il Suo nome". Come l'esempio di un re che aveva assoldato dei lavoratori, che si misero al lavoro con dedizione. Disse il re ad uno di loro: vieni con me a visitare il paese, i giardini e i frutteti. Questi lo accompagnò durante tutta la giornata, mentre gli altri si dedicarono tutto il giorno al loro lavoro. Quella sera, andarono dal re e gli dissero: dacci la nostra paga, e venne anche colui che aveva accompagnato il re e chiese anch'egli il suo salario. Gli altri dissero: cosa pretendi di ricevere, tu che non ti sei dedicato con impegno tutto il giorno al lavoro [del re]? Il re vide che invece era quell'altro ad avere ragione, e rispose loro: sono io ad avergli chiesto di non continuare [quel] lavoro. E gli diede la sua paga. Questo [esempio] è riportato nel Midrash di Rabbi Tanchuma.


E colui che fa Teshuvà non pensi: perché dovrei faticare per niente, e disperdere le mie energie per niente? Come potrà la mia Teshuvà fronteggiare le mie colpe? Tutto ciò che potrò fare sarà inutile, di fronte ai peccati che ho già commesso. Che non dica così, poiché il Santo, benedetto Egli sia, ha promesso per mezzo del profeta Yechezkel che le colpe [dei peccatori] non saranno ricordate loro, come è scritto (Yechezkel 18, 21-22): "Ed il malvagio che si pente di tutti i suoi peccati già commessi, che osserva tutti i Miei decreti e che si comporta secondo giustizia e verità, vivrà e non morrà [a causa di quei peccati]. Tutti i crimini commessi non gli verranno più ricordati, e grazie alla sua giusta Teshuvà vivrà."


Ed un altro brano intero è dedicato a coloro che provano rammarico per le loro colpe, al fine di rinforzarli a fare Teshuvà, come è scritto (Yechezkel 33, 10-11): "E tu, figlio dell'uomo, dì al popolo d'Israèl, voi pensate e dite così: 'Poiché le nostre colpe ed i nostri peccati sono su di noi, e a causa di essi noi stiamo scomparendo; e come potremo sopravvivere?' Io dirò loro: 'Per la Mia vita, discorso del Signore Eterno, Io non desidero la morte del malvagio, bensì il suo ritorno dalla sua strada [sbagliata] affinché viva.' [Perciò,] fate Teshuvà, tornate indietro dal vostro percorso scellerato affinché non moriate, popolo d'Israèl."


E attraverso tutti i profeti, suoi servitori, ci ha avvertiti quotidianamente e con perseveranza riguardo alla Teshuvà. Ed anche i nostri Maestri, i saggi delle generazioni, hanno esortato a fare Teshuvà, e hanno detto "Fai Teshuvà un giorno prima della tua morte." E hanno [anche] detto che il rango di coloro che hanno fatto Teshuvà è superiore a quello dei giusti perfetti, come è scritto (trattato di Berachot, 34b): "Nemmeno i giusti perfetti possono arrivare al posto in cui si trovano coloro che hanno fatto Teshuvà." E grande è la Teshuvà, poiché giunge fino al Trono di Gloria, come è scritto (Osea 14, 2): "Torna, Israèl, fino al Signore tuo D-o." Ed essa [la Teshuvà] è una delle cose create prima della creazione del mondo. Ed è pure scritto nel Midrash (Raba 22, 12) riguardo al versetto (Genesi 4, 13): "E disse Caino al Signore: il mio crimine è insopportabile", che Caino fece Teshuvà, ed è per questo motivo che il versetto conta 7 parole: perché la Teshuvà sale fino al Trono di Gloria, [attraversando] 7 cieli e 7 spazi. E grazie alla Teshuvà il Messia verrà a Gerusalemme, poiché è scritto (Isaia 59, 20): "Ed il Messia verrà a Gerusalemme [anche] per chi ha rinunciato alle malefatte ecc." Nessuno può immaginare quanto sia grande la forza della Teshuvà. Perciò, ogni persona timorata ripristini nel suo cuore il timore del Creatore, e che abbandoni tutti i suoi peccati, e che prepari per sé un cuore nuovo e pulito per servire il suo Creatore, e che si comporti come abbiamo esposto in precedenza, e che aggiunga altre [buone abitudini] e altre ancora; e che sia scaltro nel timore [di D-o] ragionando intensamente sui modi per temere D-o onorevole e temibile, e come adempiere alla volontà del suo Creatore, non per vantarsi agli occhi del prossimo, ma [solamente] tra D-o e lui.


E felice chi ha il merito [di fare Teshuvà] e di guidare gli altri [a fare Teshuvà], il mondo intero è stato creato solo per lui! Come è scritto (Ecclesiaste 12, 13): "Alla fine dei conti, tutto è risaputo: abbi timore del Signore e compi i suoi precetti, poiché questo è l'uomo." Ed i nostri Maestri di benedetta memoria hanno spiegato che il mondo intero è stato creato solamente in funzione di quest'uomo.


Testo originale in Ebraico


In questa traduzione del testo di Rabbénu Yona, il traduttore ha adottato alcune interpretazioni del "Yesòd Malchùt" delle Edizioni Eshkol di Gerusalemme con l’autorizzazione dell’editore, che ringraziamo.

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Yesod Hateshuvah, Rabbenu Yona di Gerona, traduzione di Ralph Anzarouth
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