Traduzione di Ralph Anzarouth
BS"D
Prima Parte, Capitolo 26. La Torah Parla la Lingua degli Uomini.
Già conosci il detto [dei Maestri], che racchiude tutte le interpretazioni su questo argomento1, e che dice (Talmud Bavli, trattato Yebamot, 74a) : "La Torà parla la lingua degli uomini". Ciò significa che [la Torà] ha ritenuto che tutto quanto possa essere capito e raffigurato di primo acchito da parte dall'insieme degli esseri umani si addice all'Altissimo Creatore. E per questo, [D-o] viene definito con termini attinenti alla materia per indicare che Egli esiste, perché la gente non capisce di primo acchito l'idea di esistenza se non quando viene applicata a entità materiali; e per loro, qualsiasi cosa che non sia materia o che non sia contenuta nella materia non esiste per niente.
Allo stesso modo, tutto ciò che viene considerato perfetto per noi [umani], viene applicato all'Altissimo per indicare che [Egli] è la perfezione suprema e che non presenta alcuna mancanza o difetto di alcun tipo. E non verrà [invece] descritto in nessuno dei modi che la gente considera come una mancanza o un difetto. E per questo motivo non Lo si descriverà nell'atto di mangiare o di bere, né addormentato o malato o predatore o con descrizioni di questa sorta. [Invece,] Lo si descriverà con ogni metafora che la gente considera essere la perfezione, benché quel determinato concetto sia perfetto solo quando riferito a noi, e invece [i concetti] che vengono considerati la perfezione [umana], qualora attribuiti all'Altissimo, sono il massimo dell'imperfezione. Eppure, se provassero a immaginare la mancanza di quella perfezione nell'Altissimo, essi considererebbero [quella mancanza] un difetto in Lui.
E come sai, il movimento fa parte della perfezione per l'animale ed è una necessità per il suo sviluppo. E così come esso ha bisogno di mangiare e di bere per sostituire [le fonti di energia] consumate, allo stesso modo ha bisogno di muoversi per avvicinarsi a ciò che gli è benefico e a ciò che conosce e per fuggire da ciò che gli è dannoso e da ciò che gli è ignoto. E non c'è differenza tra attribuire all'Altissimo l'atto di mangiare e di bere o l'atto di muoversi. Eppure, nella lingua degli uomini, ovvero nell'immaginario collettivo, essi troverebbero che l'atto di mangiare e di bere sarebbe un difetto per il Creatore; e invece il movimento non è [secondo loro] un difetto, malgrado che avere bisogno di muoversi sia già di per sé una mancanza. Ed è già stato dimostrato2 che tutto ciò che si muove è senza dubbio materiale e divisibile. E spiegheremo in seguito che l'Altissimo non è materiale e non si muove, e non lo si può descrivere neppure a riposo, perché la nozione di riposo può essere attribuita solo a chi ha l'abitudine di muoversi. E [invece] l'Altissimo viene descritto con tutte quelle espressioni usate per indicare i vari tipi di movimento degli esseri animati, secondo il procedimento che abbiamo detto, [cioè] nello stesso modo in cui [Egli] viene chiamato "vivente", perché il movimento è una facoltà inerente agli esseri animati. E non c'è dubbio che se si evitasse [il concetto] di corporeità, si eviterebbero anche tutte quelle espressioni: "scese", "salì", "andò", "stette", "si arrestò", "aggirò", "si sedette", "risiedette", "uscì", "entrò", "passò", e tutte le espressioni di questo tipo. Ed il motivo per cui preferiamo dilungarci su questo argomento è che la mentalità della gente ci si è abituata, e quindi è necessario spiegarlo con una certa accuratezza, come l'abbiamo fatto noi, a beneficio di coloro che hanno deciso di ottenere la perfezione umana; e al fine di rimuovere da loro quei pensieri che si insediano fin dagli anni della gioventù.
=============================================Note del Traduttore:
[1] Cioè l'uso di metafore da parte della Torà per descrivere tutto ciò che attiene a D-o benedetto.
[2] Si veda la Guida degli Smarriti, seconda parte, Introduzione, tesi 25.
Alcuni chiamano questo libro "Guida dei perplessi".
Contrariamente a quanto creduto da molti, non è questa l'opera principale di Rambam. Infatti, il suo principale contributo è il "Mishné Torà", chiamato anche "Yad Hachazakà" ("La Mano Forte"), compendio enciclopedico di tutta la legislazione talmudica che costituisce uno dei capisaldi delle norme comportamentali che regolano la vita dell'ebreo e delle comunità ebraiche. La "Guida degli Smarriti" fu invece composta, come indicato dal nome, per risolvere dubbi e problematiche di coloro che per scarse capacità mentali o per svogliatezza intellettuale fraintendono il significato dei testi sacri e hanno bisogno di essere guidati per mano verso attitudini più razionali. Questo testo ne è un esempio evidente. È ovvio che la forza del pensiero di Rabbi Moshe ben Maimon è riposta principalmente nell'opera dedicata agli studiosi e non in quella riservata ai poveri di spirito, ma l'importanza di quest'ultima è comunque fondamentale per rispondere ai dilemmi degli animi dispersi e di chi non studia.
Translation into English by Mordechai Mays
Traduzione in inglese di Mordechai Mays
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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Guida degli Smarriti, Maimonide, traduzione e note a cura di Ralph AnzarouthSi richiede di aggiungere anche un link verso:
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