Libro dell'Educazione - 253. Divieto Tatuaggi Sefer Hachinuch (R. Levi di Barcellona)


Traduzione di Ralph Anzarouth



BS"D


Precetto 253.
È vietato marcare tatuaggi nella nostra carne.


Non si marchino tatuaggi nella nostra carne, come è scritto (Levitico 19, 28): "E non metterete nella vostra carne una grafia tatuata". E si tratta di ciò che fanno oggi gli Ismaeliti, che marcano nella loro carne grafie incise e permanenti, che non si possono più cancellare. E [questo] divieto è limitato alle scritte incise e marchiate con inchiostro, mascara o altri colori che lasciano un marchio. E così dissero nel Talmud Bavli (trattato di Makkot, 21a): "[Se ha] inciso senza scrivere [non ha trasgredito il divieto]", cioè colui che ha [soltanto] intagliato la sua carne non ha infranto un divieto finché non scrive e marchia con inchiostro o mascara o qualunque materiale che lascia una marca.


Il motivo del precetto: abbiamo scritto [nel capitolo 251 dedicato al divieto] del taglio dei capelli dagli angoli della testa e [nel capitolo 252 dedicato al divieto] di radere gli angoli della barba che [questi divieti] servono ad allontanare qualsiasi elemento di idolatria dal nostro corpo e dalla nostra vista. E [infatti] anche questo [divieto] si riconduce a questo principio, poiché era usanza presso i Goyim di tatuarsi [in onore] del proprio idolo, al fine di dichiarare con quel marchio la propria sudditanza all'adorazione di quell'idolo.


Alcune regole di questo precetto: ciò che hanno scritto i nostri maestri di benedetta memoria (Rambam, Mishné Torà, Leggi sull'idolatria 12,11), e cioè che tutte le zone del corpo, che siano visibili o coperte da vestiti, fanno parte di questo divieto. E le altre regole di questa Mitzvà si trovano alla fine del trattato di Makkòt1.


[Questo divieto] vige in ogni luogo e in ogni tempo, e si applica sia agli uomini che alle donne. E per colui che lo trasgredisce e scrive anche una [sola] lettera in qualsiasi zona del corpo, secondo le modalità che abbiamo esposto, cioè che [il tatuaggio] sia inciso e marchiato con uno dei tipi di colori che lasciano il segno, è prescritta la sanzione di Malkot2.
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Note del traduttore:
[1] Nel Talmud Bavli
[2] Frustate comminate dal Tribunale Rabbinico, pena in vigore all'epoca del Santo Tempio di Gerusalemme.

Notre traduction en français - Nostra traduzione in francese

Questo articolo è dedicato a un noto giornalista italiano che, pur non conoscendo una iota della nostra religione, si permette di pubblicare articoli "sull'ebraismo" e in particolare egli nega che la Bibbia vieti i tatuaggi agli Ebrei. E non si tratta di una regola conosciuta solo agli specialisti, ma di un versetto esplicito, noto e chiarissimo. Ovviamente gli abbiamo scritto per chiedergli di correggere questo errore, ma la sua mailbox è piena ed ha rifiutato il nostro messaggio. Speriamo che questo individuo ci legga e che impari che riguardo a ciò che si ignora è preferibile tacere.


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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Sefer Hachinukh, traduzione di Ralph Anzarouth
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