La Resurrezione dei Morti - di Maimonide, Rabbi Moshe ben Maimon (Rambam) da "Iggheret Tchiat Hametim"



Traduzione di Ralph Anzarouth


BS"D


Sappi, lettore accorto, che la nostra intenzione in questo discorso è di spiegare ciò in cui dobbiamo credere riguardo [a questo argomento che è] una pietra miliare [dell’ebraismo, e sul quale] ci sono state alcune incomprensioni da parte di alcuni scolari: si tratta della Tchiat Hametim, la resurrezione dei morti. E in questo discorso non ci sono nuove nozioni rispetto a quanto abbiamo già esposto nel commento alla Mishnà e nel libro1; anzi, si tratta [semplicemente] di una ripetizione a uso delle masse e di una ulteriore spiegazione per la comprensione di donne e di persone che non hanno studiato, e niente di più.


E dirò: la resurrezione dei morti, nota e arcinota nella nostra fede e sulla quale si trovano d’accordo tutte le nostre scuole [di pensiero], così frequentemente menzionata nelle preghiere, nelle Aggadot2 e nelle suppliche che furono composte dai profeti e dai più grandi Maestri, e di cui sono pieni il Talmud e i Midrashim, questa resurrezione dei morti significa: questa anima tornerà nel corpo dopo la separazione. Su questa [definizione] non si è mai sentita nel nostro popolo alcuna voce discordante e non c’è [su di essa] alcuna interpretazione; e non è permesso credere a nessun uomo della nostra religione che creda in qualcosa di diverso [dalla definizione di cui sopra].


Ed è ciò che spiegherò in questo discorso: perché non interpretare quei versetti [della Bibbia che parlano della resurrezione dei morti] secondo lo stesso metodo che utilizziamo per altri versetti, e cioè estrapolandoli dal loro contesto? E il motivo [per cui non lo facciamo] è: questa resurrezione dei morti, che è il ritorno dell’anima nel corpo dopo la morte, fu già evocata dal profeta Daniele in termini che non lasciano alcuno spazio a una diversa interpretazione, come è detto (Daniel 12, 2): ”Molti di coloro che riposano nella polvere della terra si sveglieranno: alcuni, per vivere una vita eterna; e altri, per l’obbrobrio e l’orrore eterno.” E l’angelo gli rispose (ibid. v. 13): ”E tu, vai verso la fine; e riposerai e alla fine dei giorni ti rialzerai per seguire il tuo destino.”


E perciò, [riguardo a] chi ci attribuisce l’affermazione che la resurrezione dei morti menzionata nella Bibbia sia [solo] una parabola, si tratta di una menzogna evidente e di una maldicenza assoluta da parte di chi lo dice. Difatti, i nostri libri sono già stati pubblicati: che li leggano e che ci dicano in quale passaggio avremmo [secondo loro] sostenuto ciò [che essi ci attribuiscono]? A meno che non si faccia allusione a quanto già affermato dai Maestri del popolo ebraico, riguardo ai morti [della profezia] del profeta Yechezkel (Ezechiele), sui quali i Saggi del Talmud sono in disaccordo tra di loro, e [la regola dice] che quando essi divergono su una questione talmudica che non ha conseguenze fattuali, si può optare per una opinione o per l’altra3.


Ed abbiamo già spiegato ciò diverse volte nel commento alla Mishnà. E così ci appare da quei testi, che quelle persone le cui anime torneranno in quei corpi mangeranno, berranno, avranno rapporti coniugali, procreeranno e morranno dopo una lunghissima vita, della durata di Yemot Hamashiach (l’epoca messianica). E infatti, la vita dopo la quale non c’è morte è la vita dell’Olam Haba (il mondo futuro), in cui non c’è corpo. Poiché noi crediamo, e questa è la verità per ogni persona assennata, che nel mondo futuro ci saranno solo anime senza corpi, come gli angeli.


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Note del traduttore:
[1] La Yad Hachazakà, cioè il Mishné Torà
[2] O Haggadot, testi talmudici che usano lo stile del racconto, ma il cui vero significato è spesso esoterico.
[3] Qui l’autore allude all’opinione di Rabbi Yehuda, secondo cui la resurrezione dei morti narrata nella visione profetica del profeta Ezechiele sarebbe solo un esempio e si consulti il commento di Rashi che spiega che la parabola in questione è un’immagine del ritorno degli Ebrei dall’esilio. La discussione si trova nel Talmud Bavli, trattato di Sanhedrin, 92b.

Tratto dal capitolo 4 della "Iggheret o Maamar Tchiat Hametim" (“Lettera o discorso sulla resurrezione dei morti”) di Rabbi Moshé ben Maimon (Rambam - Maimonide)
Testo originale in ebraico - טקסט מקורי בעברית
Notre traduction en français - Nostra traduzione in francese

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Iggheret Tchiat Hametim, Rabbi Moshé ben Maimon, traduzione di Ralph Anzarouth
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