La Lingua Santa e le Altre Lingue - di Rabbi Samuele Shmuel Archivolti, dal testo di Grammatica Ebraica “Arugat Habosem”



Un altro testo ebraico tradotto in italiano da Ralph Anzarouth per i lettori di ‘Maestri della Torà’

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E sappi che dal giorno in cui D-o confuse le lingue della generazione detta “Dor Hapalagà”1, alcuni termini della Lingua Santa2 si sono mantenuti e si sono mischiati alle nuove lingue, corrompendosi in modo da non lasciare nessuna possibilità di conservare le regole grammaticali.


E questo accadde soprattutto nella lingua di Babilonia e Aram3, poiché queste regioni si trovano vicino al luogo in cui fu commesso il misfatto4.


Per esempio:

  • la parola “patach - aprire” nell’espressione (Daniele 7, 10): “I libri furono aperti”.
  • la parola “karav - avvicinarsi” nell’espressione (Daniele 7, 16): “Mi avvicinai a uno degli astanti”.
  • la parola “kisah - coprire” nell’espressione (Onkelos su Genesi 28, 20): “E un vestito per coprirmi”.
E molti altri simili esempi.


In altri casi, ci sono tre lingue mischiate assieme in una sola parola, come in (Ester 9, 3) “achashdarpanim - satrapi”: achash in persiano significa “grande”, dar in aramaico significa “presente”, penìm è in Lingua Santa5 - e tutto insieme significa “grandi che si trovano davanti al re”.


E quanto più un luogo è distante, maggiore è la differenza tra la sua lingua e la nostra, al punto che i Maestri più recenti non ne hanno trovato nella lingua Loaz6 più di due o tre chicchi in cima all’albero7, per esempio:

  • ”Misura”, da Mishorà [misura]

  • ”Pelago”, da Palghé Maim8 [torrente]

  • ”Ospedale”, da Osfì Dal [accogliere i miseri]

  • ”Calliope”, da Kol Yafé [bella voce], poiché fu la prima delle donne dalla bella voce a profumare il canto

  • ”Carbone”, da Charboné Kaitz [aridità estiva]

  • E altri come questi. E dai Maestri di benedetta memoria proviene:
  • ”Famiglia”, da Famalià [famiglia, gruppo]

  • Rabbi Nechemia cita anche:
  • ”Pensione9”, da Pundak [locanda]

E ora torno a parlare delle prime espressioni, per dirti che sono numerose: a te di purificarle e separarle con le tue migliori facoltà intellettuali, per fornire la risposta esatta a chi pone domande sulla grammatica del nome, del verbo e della parola. Che tu possa essere apprezzato e che il Signore tuo D-o ti sia propizio.
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Note del Traduttore:
[1] Letteralmente “generazione della separazione”. Si tratta di coloro che costruirono la torre di Babele per ribellarsi contro l’Eterno, che sventò i loro piani confondendo le loro lingue e inducendo in questo modo ognuno dei gruppi linguistici a separarsi dagli altri e a partire verso un’altra regione della terra. Abramo, padre del popolo ebraico, fu testimone di quel periodo che concluse l’epoca del diluvio e del caos e aprì l’epoca della Santa Torà.
[2] La lingua della Creazione del mondo, parlata nei primi due millenni; e anche la lingua originale della Bibbia.
[3] La città di Aram è quella che ha dato il nome alla lingua parlata nella regione, l’aramaico. Una delle molteplici varianti dell’aramaico fu parlato a lungo anche in Terra Santa e quindi usato come lingua principale del Talmud Yerushalmi. L’aramaico del Talmud Bavli è una variante diversa. Molti passaggi del libro di Daniele sono in aramaico, e la traduzione più usata dagli studiosi della Torà è quella effettuata da Onkelos, proprio in aramaico.
[4] La costruzione della torre di Babele, appunto.
[5] E significa “davanti”.
[6] Lingua del popolo straniero. Termine spesso usato per indicare le lingue e i vocaboli di ceppo latino.
[7] Bella citazione da Isaia 17, 6.
[8] Il termine “pelago” non è molto usato oggi, comunque esso indica anche un movimento fluttuoso, lo scorrere dell’acqua, come il torrente, appunto (per il termine Palghé Maim si veda Salmi 119, 136).
[9] Pensione nel senso di albergo, ostello. Il testo cita un termine molto simile a questo, e dal quale proverrebbe il verbo “pendere”, nel senso di spendere, pagare; e da cui derivano le parole stipendio e pensione (dare a pensione = affittare). Questo esempio è forse il meno evidente tra quelli esposti, ma se qualcuno avesse dei dubbi, esiste un autorevole supporto qui.

Tratto dall’Arugat Habosem di Rabbi Shmuel (Samuel) Archivolti, nato a Cesena quasi 6 secoli fa e rabbino in varie comunità ebraiche italiane, in particolare a Padova, Studiò presso Rav Meir Katzenellenbogen e fu maestro di Rabbi Arieh Leone da Modena. Il titolo di questa opera Arugat Habosem significa “il solco del profumo”, dove ciò che profuma (mi sembra di aver capito) è l’uso corretto della Lingua Santa. Il testo integrale in ebraico di questo articolo si trova nell’ottimo sito Hebrewbooks.org, in fondo a pagina 179 (ultime 18 righe).


Infine, ci consenta il lettore di farlo brevemente partecipe di un nostro modesto attimo di soddisfazione. Con la pubblicazione di questo testo, il nostro sito ha raggiunto i 100 testi, tutti tradotti dal nostro team per te, lettore di Maestri della Torà. Li trovi tutti cliccando sulle bandierine qui a sinistra: oggi (estate 5769) sono 73 in italiano, 15 in francese e 12 in inglese, tutti pubblicati online negli ultimi 10 mesi. Una dozzina di altri testi sono quasi pronti. Che il merito della Santa Torà dei Maestri sia su tutto il Popolo Ebraico. E che il Signore benedetto ci dia il merito di aggiungere tante altre parole di saggezza in questo spazio. Abbiamo molti nuovi progetti, che scoprirai non appena saranno pronti per essere pubblicati. Mazal Tov!


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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Arugat Habosem, Rabbi Samuele Archivolti, traduzione e note di Ralph Anzarouth
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