Un altro testo ebraico tradotto in italiano da Ralph Anzarouth per i lettori di ‘Maestri della Torà’
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Nell’introduzione chiamata “Tehillà Lemoshé” al libro “Yismach Moshé” sui testi dei Profeti e degli Agiografi, è scritto che il il santo Rabbino autore dello Yismach Moshe1 inviò due persone a pregare per suo figlio sulla tomba del nostro santo Rabbino autore del libro Noam Elimelekh2. Egli diede ai suoi emissari la missione seguente:
Una volta giunti al cortile del cimitero, pronuncerete la frase “Noi promettiamo di dare una moneta in Tzedakkah in favore di quell’anima che annuncerà all’anima di Rabbi Elimelekh che siamo venuti a visitare la sua tomba per pregare Hashem”. In seguito, tutte le anime che si troveranno lì in quel momento correranno a informare il santo Rabbino di questa cosa (perché lo spirito di una persona non si trova costantemente sulla sua tomba). E lì, nel mondo della verità3, le anime dei morti considerano preziosa la possibilità che [una persona vivente] offra una moneta per l'elevazione della loro anima; perciò, ognuna di loro si precipiterà per essere lei a beneficiare di questa Mitzvà della moneta4. In seguito, vi renderete sulla tomba e pregherete per mio figlio.
Qui termina il racconto dello Yismach Moshe. E ho sentito la stessa cosa da parte del nostro Rabbino e Maestro, il giusto e riverito Rabbino di Alesk5, che la memoria di questo giusto e santo sia benedetta (si consulti anche il paragrafo 1071, già esposto nella prima parte; e il libro Likuté Etzot6).
-------------------------------------------------------------Note del traduttore:
[1] Si tratta di Rabbi Moshé Teitelbaum, Rabbino della dinastia della Chassidut Satmer. Visse due secoli fa in Europa dell’Est.
[2] Si tratta di Rabbi Elimelech di Lisansk o Lizensk, sulla cui tomba in Polonia si recano numerosi pellegrini, in particolare nel periodo dell’anniversario della sua scomparsa, il 21 Adar.
[3] Il mondo che segue questa nostra vita terrena è chiamato “mondo della verità”, perché nel mondo dei morti tutto è noto e non ci sono più bugie.
[4] L’uomo può accumulare meriti durante la sua vita terrena, ma dopo la sua morte non ci sono più Mitzvot e non c’è più nessun modo di acquisire meriti supplementari, se non attraverso le buone azioni che i viventi dedicano ai morti. Da qui impariamo quanto sia importante fare del bene adesso che siamo in vita e che ne abbiamo la possibilità: dopo, sarà troppo tardi. E impariamo anche quanto sia importante dedicare le Mitzvot che facciamo a chi può contare solo su di noi. Per esempio, migliaia di volontari di Chaye Netzach fanno Mitzvot per l’elevazione dell’anima di chi è morto senza lasciare nessuno in questo mondo per recitare il Kaddish, per leggere dei Salmi o per dare Tzedakah in suo onore. Anche noi abbiamo dedicato fin dall'inizio il merito dello studio su questo sito all'elevazione delle loro anime. Tutti i volontari di Chaye Netzach dedicano un momento quotidiano per aiutare ebrei defunti che non hanno mai incontrato e dai quali non possono attendere niente in cambio: è forse il livello più alto che conosciamo di bontà disinteressata...
[5] Il nostro testo dice ben poco, ma suppongo che si tratti di Chanoch Henoch Dov di Alesk, fondatore della dinastia Chassidica di Alesk e autore del ”Lev Sameach”.
[6] ”Raccolta di Consigli” di Rabbi Nachman di Breslev.
Si può consultare su HebrewBooks il testo originale di questo libro su tradizioni e usanze ebraiche, pubblicato per la prima volta poco più di cento anni fa: il nostro testo è il secondo dei 5 paragrafi di pagina 498 (pagina 485 nel testo)
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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Taamé Haminhaghim di R. Avraham Sperling, traduzione a cura di Ralph AnzarouthSi richiede di aggiungere anche un link verso:
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