Il Sentiero dei Giusti (Mesilat Yesharim) Ramchal: Rabbi Moshe Chaim Luzzatto - Capitolo 17: Come Acquisire la Purezza



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Traduzione di Ralph Anzarouth


Come Acquisire la Purezza


Ecco, il modo per acquisire questa virtù è facile per chi si fosse già sforzato e avesse già acquisito quelle esposte in precedenza. Infatti, quando si pensa e si riflette ai difetti dei piaceri e dei beni di questo mondo, come già spiegato1, si prova disgusto per loro e li si considerano niente di più che mali e difetti del mondo materiale buio e grezzo. E quando si realizza che si tratta proprio di mali e di difetti è certamente più facile separarsene e cacciarli dal proprio cuore. Perciò, più si insiste a riconoscere la pochezza della materialità e dei suoi piaceri, più diventa facile purificare i propri pensieri e il proprio cuore per non abbandonarsi assolutamente e in nessun modo al proprio istinto malvagio. Anzi, si finisce per occuparsi delle faccende materiali esclusivamente come di una cosa che si è costretti a fare.


Infatti, così come abbiamo distinto la purezza del pensiero in due, atti materiali e atti del servizio divino, così bisogna operare la stessa distinzione quando si discute dei metodi per acquisirla. Perché per purificare il proprio pensiero nei confronti delle occupazioni materiali bisogna continuare a osservare la bassezza del mondo e dei suoi piaceri, come già ricordato. D'altra parte, per purificare il proprio pensiero rispetto alle azioni del servizio di Hashem bisogna insistere e prestare attenzione alla trappola tesa dagli onori e dai loro inganni; bisogna anche abituarsi a fuggirli. In questo modo, si evita di prestare attenzione durante il proprio servizio alle lodi e ai complimenti del prossimo e si dedica invece il proprio pensiero principalmente al nostro Signore, che è la nostra gloria, il nostro unico bene e la nostra perfezione, non ce n'é nessun'altra. Infatti è detto (Devarim 10, 21): "Egli è la tua gloria, Egli è il tuo Signore".


E una delle azioni che conducono l'uomo a questa virtù è la preparazione al servizio divino e alle Mitzvot. Cioè, il compimento di una Mitzvà non deve essere estemporaneo, in modo tale che la propria attenzione non è ancora completa e quindi non ci si può concentrare su ciò che si sta facendo. Invece, bisogna predisporre la cosa, prepararsi con calma fino a raggiungere la concentrazione e in seguito riflettere a ciò che si sta per fare e davanti a Chi lo si sta facendo. Questa preparazione permette di scacciare facilmente tutte le motivazioni inopportune e di fissare nel proprio cuore la motivazione2 autentica e appropriata. E si noti che i primi devoti aspettavano un'ora prima di cominciare a pregare (Talmud Bavli, trattato Berakhot 30b), per poter dirigere il proprio cuore verso l'Eterno. Ed è ovvio che essi non sprecavano un'ora inutilmente, anzi si concentravano e preparavano il loro cuore alla preghiera che stavano per cominciare, mentre cacciavano via i pensieri estranei e si caricavano del timore e dell'amore [di D-o] necessari. Ed è detto (Giobbe 11, 13): "Se prepari il tuo cuore e tendi le tue mani verso di Lui".


Ciò che impedisce questa virtù è la mancanza di attenzione a quanto sopra e cioè: l'ignoranza dell'inanità dei piaceri, la rincorsa agli onori e la poca preparazione al servizio di D-o. Perché i primi due tentano il pensiero e lo attirano verso le motivazioni esteriori, come un'adultera che avesse relazioni con estranei, pur essendo sposata a suo marito. E a questi pensieri inopportuni fu già dato il nome di "perversione del cuore", come è detto (Numeri 15, 39): "E non vi pervertirete dietro ai vostri cuori e dietro ai vostri occhi, che vi inducono alla perversione". Perché il cuore si distacca dalla visione integra, alla quale dovrebbe unirsi, e invece si dirige verso vanità e ingannevoli illusioni. E la scarsa preparazione [al servizio di D-o] impedisce di sradicare l'ignoranza naturale che deriva dall'attaccamento alle cose materiali e che con il suo fetore inquina il servizio divino. E ora spiegheremo la virtù della devozione.


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Note del traduttore:
[1] Si veda il capitolo 15.
[2] Il termine originale "Kavanà" è praticamente intraducibile in italiano. Per dare un'idea, la Kavanà appropriata richiede che il nostro pensiero sia corretto: sia nella forma (concentrazione, motivazione) sia nel contenuto (intenzione, significato) sia riguardo al contesto ("Sappi di fronte a Chi ti trovi"). Per quanto complicata da raggiungere, la Kavanah è necessaria per dare efficacia alle nostre preghiere e alle nostre Mitzvot.

Testo originale in Ebraico del cap. 17 del Messilat Yesharim

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Messilat Yesharim, Rabbi Moshe Chaim Luzzatto, traduzione a cura di Ralph Anzarouth.
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