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Traduzione di Ralph Anzarouth
Come acquisire il timore del peccato
Ma per acquisire questo timore bisogna riflettere a due verità. La prima è che la presenza del Signore benedetto si trova in ogni luogo del mondo e che il Signore benedetto supervede ogni cosa: piccola o grande, nessuna Gli è nascosta. Non importa se la cosa sia più o meno importante: Egli vede e intende in egual misura ciò che è grande e piccolo, indegno e nobile. È questo ciò che è scritto (Isaia 6, 3): "Tutto il mondo è pieno della Sua gloria" e anche (Geremia 23, 24): "Non è forse vero che Io riempio il cielo e la terra?" e anche (Salmi 113, 5): "Chi è come l'Eterno, nostro Signore, che risiede sulle alture?" e anche (ibid. 138, 6): "Perché Hashem è immenso e vede ciò che è infimo, così come conosce da lontano ciò che è elevato".
E quando qualcuno si accorge che dovunque si trovi, egli è davanti alla presenza di Hashem benedetto, automaticamente sorgeranno in lui il timore e la paura che il proprio comportamento sia scorretto, in quanto non appropriato all'immensità della Sua gloria. Ed è ciò che dissero nelle Massime dei Padri (Avot 2, 1): "Sappi cosa c'è sopra di te: un occhio che vede, un orecchio che ascolta e tutte le tue azioni sono scritte nel libro". Infatti, poiché la supervisione del Santo, benedetto Egli sia, include ogni cosa ed Egli vede e sente tutto, è certo che tutto ciò che accade lascia una traccia e che tutto viene trascritto nel libro, sotto forma di merito o di demerito.
Tuttavia, la mente umana riesce a raffigurarsi correttamente questa cosa solo attraverso la riflessione continua e l'osservazione approfondita; infatti, poiché [questa Provvidenza] è impercettibile ai suoi sensi, l'intelletto può immaginarla solo dopo analisi e osservazione approfondite. E anche dopo averla raffigurata, questa immagine svanisce facilmente se non la si tiene costantemente in mente. Perciò, così come la riflessione ricorrente è ciò che permette di acquisire il timore costante, allo stesso modo le cose che più lo ostacolano sono la distrazione e la rinuncia all'osservazione. Ogni distrazione, che sia dovuta a contrattempi oppure volontaria, rimuove [lo stato di] timore costante.
È questo il precetto che il Santo, benedetto Egli sia, impose al re (Deut. 17, 19): "E [questo Libro della Torà] sarà con lui e lo leggerà tutti i giorni della sua vita1, affinché impari a temere il Signore suo D-o". Se ne deduce che solo attraverso la lettura incessante ci si educa al timore. E si noti che la Torà usa l'espressione "affinché impari a temere" e non "affinché tema", perché questo timore non è accessibile per mezzi naturali, essendo esso invece ben lontano da noi per via della materialitá dei sensi e può perciò essere acquisito solo attraverso lo studio. E questo studio che conduce al timore richiede necessariamente molta costanza nella Torà e nelle sue vie, senza interruzioni, attraverso la riflessione e l'osservazione permanente di questo concetto, quando ci si siede, quando si cammina, quando ci si corica e quando ci si alza2, finché l'uomo avrà fissato nella sua mente che questo è vero, che la Presenza Divina si trova in ogni dove e che noi ci troviamo letteralmente davanti a Lui, in ogni tempo e in ogni ora: e allora avrà realmente timore di Hashem.
Ed è a questo che si riferisce il re David con la sua preghiera (Salmi 86, 11): "Insegnami le Tue vie, Eterno; io procederò nella Tua verità. Dirigi il mio cuore a temere il Tuo Nome".
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Note del traduttore:
[1] Questa è una delle diverse Mitzvot che i re d'Israel devono rispettare. Benché essa non sia rivolta alle persone comuni, il Ramchal ci fa notare che la fine del versetto indica anche la motivazione di questa Mitzvà, che è di grande rilevanza per il tema trattato in questo capitolo.
[2] Il lettore attento ha sicuramente riconosciuto qui una serie di quattro azioni che è menzionata due volte nella Torà in riferimento al suo studio e al suo insegnamento (sono infatti i passaggi che leggiamo almeno due volte al giorno, con la lettura dello Shemà della sera e del mattino).
Testo originale in Ebraico del cap. 25 del Messilat Yesharim


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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Messilat Yesharim, Rabbi Moshe Chaim Luzzatto, traduzione a cura di Ralph Anzarouth.È richiesto di aggiungere anche un link verso:
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