I testi della Tefillà, da Olat Hatamid di Rabbi Shmuel Hominer

BS"D


Un brevissimo testo di Torà tradotto da Ralph Anzarouth
per il sito dei Maestri della Torà


I testi della Tefillà:
da Olat Hatamid - R. Shmuel Hominer



Dimmi, fratello: quando andrai lassù e passerai in giudizio, ti verrà chiesto: Hai pregato diverse migliaia di volte in vita tua: a cosa pensavi quando dicevi1 "והוא נסי ומנוס לי מנת כוסי ביום אקרא"?


È così anche riguardo agli altri passaggi della Tefillà. E se non saprai cosa rispondere, che farai? Non ti ritroverai lì, pieno di onta e di vergogna? Infatti l'onta e la vergogna di [chi si ritrova in] quella situazione sono incalcolabili.


Questo, oltre alle punizioni che ti verranno imposte e reclamate accusandoti [di essere venuto meno al detto rabbinico] (Talmud Bavli, trattato Baba Metzia 33b): "Un errore nello studio viene considerato come una negligenza!".


Non è forse vero, fatti i dovuti distinguo, che se ti arrivasse la lettera di un re in carne e ossa, quanti sforzi e quanto impegno dedicheresti a capire il significato di ogni parola! E allora, com'è che non fai altrettanto con la lettera del Re, il Re dei re, il Santo benedetto Egli sia, benché tu abbia bisogno di Lui tutti i giorni così come il tuo corpo ha bisogno del pane?


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Nota del traduttore:
[1] Passaggio della preghiera dell'Adon Olam, di cui alcuni Siddurim offrono una versione appena diversa da quella citata. Il Siddur di Milano traduce così questo passaggio: “Egli è il mio stendardo e il mio riparo; il mio protettore quando lo invoco”. In un Siddur di Morashà abbiamo trovato: “Egli è il mio vessillo e il mio riparo, ciò che mi spetta nel giorno in cui lo invoco”. Vessillo e stendardo simboleggiano la grandezza (si veda il commento di Sforno in Shemot 17); l'interpretazione "ciò che mi spetta" trova una autorevole conferma nell'Hearat Hatefillà di Rav Uri Weisblum, Mashgiach della Yeshivà Nachalat Haleviim e allievo di Rav Shlomo Wolbe.

Questo breve testo è tratto dall’introduzione al libro Olat Hatamid di Rav Shmuel Hominer. Lo scopo di questo testo è quello di sollecitare il lettore a prendere coscienza di quanto sia importante conoscere bene il significato dei testi delle nostre preghiere e averlo bene in mente quando preghiamo. Il merito dello studio di questo testo è dedicato all’elevazione della Neshamà di Rachel bat Salcha, di cui oggi (7 Tammuz) ricorre il settantesimo anniversario dalla scomparsa. Voglia Hashem che meritiamo di vederla presto qui tra i vivi insieme al nostro giusto Mashiach.




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