L'uscita dall'Egitto, da Pirké deRabbi Eliezer, Midrash - fine cap. 48



Traduzione di Ralph Anzarouth


BS"D


Le cinque lettere raddoppiate nella Torà racchiudono il segreto della redenzione:

  • Khaf e Khaf, con le quali il nostro patriarca Abramo fu salvato dalla città di Ur Kasdim, poiché è detto (Genesi 12, 1) : "Vai via dalla tua terra".1

  • Mem e Mem, con le quali il nostro patriarca Isacco fu salvato dalle mani dei Filistei, come è detto (Genesi 26, 16): "Vai via da qui, perché sei diventato troppo prosperoso rispetto a noi".2

  • Nun e Nun, con le quali il nostro patriarca Giacobbe fu salvato dalle mani di Esaù, come è detto (Genesi 32, 12): "Salvami orsù dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù".3

  • e , con le quali i nostri padri furono liberati dall'Egitto, come è detto (Esodo 3, 16): "Mi sono certamente ricordato [di voi]".4

  • Tzadi e Tzadi, com le quali il Santo, benedetto Egli sia, salverà il popolo ebraico alla fine del quarto regno5 e dirà loro: "Ho fatto crescere un germoglio", come è detto (Zecharia 6, 12): "Ecco un uomo, il cui nome è Tzemach e dal suo posto spunterà per costruire il palazzo del Signore".6

[I segreti di] queste lettere furono trasmessi soltanto al nostro patriarca Abramo (Avraham), questi le trasmise a Isacco (Yitzchak), e Isacco le trasmise a Giacobbe (Yaakov), Giacobbe le trasmise a Giuseppe (Yossef), Giuseppe ai suoi fratelli, e [uno di loro] Asher figlio di Giacobbe tramandò il segreto della redenzione a [sua figlia] Serach figlia di Asher. E quando Mosé (Moshe) e Aronne (Aharon) si recarono dagli anziani degli Ebrei e comunicarono loro i segni, gli anziani andarono dalla loro ava Serach figlia di Asher e le dissero: "È venuto un uomo e ha compiuto dei segni davanti a noi ed eccone la descrizione", essa rispose loro: Questi segni non hanno alcun significato concreto". Le risposero: "Eppure ci ha detto: 'Mi sono certamente ricordato [di voi]'." [Allora] disse loro: "Quello è l'uomo che libererà gli Ebrei dall'Egitto, poiché ho appreso da mio padre: 'Pé e Pé, come è detto: Mi sono ricordato'." E subito il popolo credette nel Signore e in Mosé, come è detto (Esodo 4, 31): "E il popolo credette e apprese che D-o si era ricordato dei Figli d'Israele".


Rabbi Akiva disse: i sorveglianti di Faraone picchiavano gli Ebrei affiché essi [lavorassero] il doppio per preparare la paglia per i mattoni, come è detto (Esodo 6, 8): "E [imporrete loro] la stessa quantità di mattoni [che preparavano in precedenza] ecc." E gli egizi non fornivano più la paglia agli Ebrei, come è detto (Esodo 6, 16): "Non viene più fornita paglia ai tuoi servitori, eppure ci viene detto di preparare i mattoni!"
E gli Ebrei raccoglievano la paglia nel deserto, la facevano calpestare dai loro asini, dalle loro mogli, dai loro figli, dalle loro figlie; e la paglia del deserto feriva i loro talloni e il sangue che ne sgorgava inzuppava l'impasto.


E Rachel, figlia del figlio di Shutelach [della tribù di Efraim], era incinta e al momento di partorire stava calpestando l'impasto con suo marito; e il bimbo le fuoriuscì dal grembo e andò perso nel miscuglio e il gridò di Rachel salì fino al Trono Celeste. L'Angelo Michael scese e raccolse l'amalgama insieme al suo fango e lo portò davanti al Trono Celeste. Quella notte il Santo, benedetto Egli sia, si rivelò e colpì tutti i primogeniti egizi, come è detto: "E fu a metà della notte, e Hashem colpì ogni primogenito7." Disse il Santo, benedetto Egli sia: "Se faccio uscire gli Ebrei [dall'Egitto] di notte, gli Egizi diranno che ho compiuto la Mia opera [di nascosto] come un ladro. Perciò li farò uscire a mezzogiorno, quando il sole è al suo apice", come è scritto (Esodo 12, 51): "E fu nel mezzo di quel giorno che D-o fece uscire gli Ebrei dalla terra d'Egitto, in tutte le loro schiere."


Rabbi Yehuda dice: "Durante tutta quella notte mangiarono, bevvero vino, gioirono e lodarono a gran voce il Santo, benedetto Egli sia, mentre gli Egizi urlavano con animo amareggiato a causa della piaga che li aveva colpiti all'improvviso, come è detto (Esodo 12, 30): "Perché non vi è una casa in cui non ci sia un morto".


Gli Ebrei meritarono di uscire dall'Egitto per tre motivi: non cambiarono la loro lingua né i loro nomi, e tra di loro non c'era maldicenza. E uscirono dall'Egitto pieni di ogni bene dei vari tipi di benedizione, quando [D-o] Si rammentò di ciò che aveva detto ad Abramo (Gen 15, 14): "E giudicherò anche il popolo cui [i tuoi discendenti] saranno asserviti e in seguito ne usciranno con grandi ricchezze".
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Note del traduttore:
[1] L'espressione "Vai via" racchiude due lettere Khaf: "Lekh Lekhà".
[2] L'espressione "a noi" racchiude due lettere Mem: "Mimmenu".
[3] L'espressione "Salvami, orsù" racchiude due lettere Nun: "Hatzileni Na".
[4] Le parole "Pakod" e "Pakadti" cominciano entrambe con la lettera Pé.
[5] Cioè del quarto esilio, perché gli Ebrei hanno patito quattro esilii per mano di quattro regni, cioè quattro popoli stranieri. Oggi siamo al quarto esilio, speriamo alla fine.
[6] La radice di entrambe le parole "Tzemach" (germoglio) e "Yitzmach" (germoglierà, spunterà) comincia con la lettera Tzadi.
[7] Si tratta forse dell'anniversario e non di quella notte precisa, perché la schiavitù e i lavori forzati degli Ebrei erano già finiti diversi mesi prima della piaga dei primogeniti e dell'uscita dall'Egitto.

Tratto dai "Capitoli di Rabbi Eliezer", fine del capitolo 48. I Pirkei derabbi Eliezer sono una raccolta di Midrashim il cui autore è il maestro della Mishnà Rabbi Eliezer ben Orkanos, detto anche Rabbi Eliezer Hagadol (il grande).
La particolarità di questo Midrash è che tratta del rapporto tra le cinque lettere finali dell'alfabeto ebraico (chiamate comunemente con l'acronimo "Manzapach") e l'uscita dall'Egitto, quasi 3320 anni fa. Poiché niente è casuale nella Torah, Il Midrash spiega questa relazione tra redenzione e alfabeto.
Testo originale in ebraico
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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Pirké Derabbì Eliezer, traduzione e note a cura di Ralph Anzarouth
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