"Le Bandiere del Deserto" tratto dal Michtav Me-Elyahu ("Lettera di Elyahu") di Rabbi Elyahu Eliezer Dessler



BS"D


Un altro testo di ebraismo tradotto in italiano da Ralph Anzarouth per i lettori di ‘Maestri della Torà’


Le Bandiere del Deserto



Esistono tre diversi tipi di ordine:
- un ordine fine a sé stesso, perché fa piacere vedere un sistema ben ordinato: infatti, questo è il segno di un ordine interiore, in cui "tutto è in ordine" dentro una persona, che quindi non è in preda a conflitti interni tra pulsioni contrapposte.
- un ordine il cui scopo è quello di ottenere un risultato: sapere dove trovare ogni cosa e così via.
- un ordine il cui scopo è la sintonia dell'azione: per esempio, un marchingegno in cui ogni elemento deve fare esattamente il compito che gli compete, affinché tutti insieme possano realizzare il loro obiettivo comune1. E così come i vari pezzi non possono funzionare separatamente, allo stesso modo essi non possono operare alla rinfusa: la loro collaborazione deve farsi necessariamente all'insegna del giusto ordine.


Nel campo spirituale è necessario un ordine di questo terzo tipo. La separazione degli individui così come la frammentazione in gruppuscoli impediscono il raggiungimento dell'obiettivo, ma neppure il guazzabuglio è un bene. Invece, ogni individuo deve realizzarsi con le qualità e con gli strumenti esterni che gli si addicono e nell'ambito della cerchia di persone che fa per lui. E benché le vie dei singoli e dei gruppi siano divergenti, bisogna che tutte conducano alla medesima condizione: la perfezione. E se qui [un gruppo] si accinge al lavoro mettendo l'accento su una virtù specifica (per esempio la morale), mentre lì [un altro gruppo] si concentrerà su un'altra virtù (per esempio la devozione), alla fin fine per raggiungere la perfezione dovranno imparare gli uni dagli altri, imparando tutte le virtù, ognuno secondo la propria strada.


Così, il fine della creazione verrà ottenuto sommando quanto operato da tutti gli individui nelle loro generazioni, secondo le loro varie situazioni e caratteristiche, diverse le une dalle altre. E comunque esiste un carattere comune a tutti gli individui di una generazione specifica ("la generazione di Hizkiyahu", "la generazione di Yehuda ben Baba"): perciò la cooperazione di tutti gli individui deve essere compiuta gradualmente e con un ordine perfetto, dentro al quale si trovano gruppi composti da altri gruppi, ognuno diverso dall'altro ma tutti complementari l'uno con l'altro2.


Questo insegnamento ci è fornito dalle bandiere del deserto, [all'epoca in cui gli Ebrei] erano accampati3 ognuno secondo la sua bandiera (Midrash Yalkut Shimoni 684) "La tribù di Reuven era distintamente riconoscibile", cioè [ogni tribù] sapeva unirsi secondo le sue capacità e secondo l'ambiente circostante4 con la massima precisione. E il piano dell'accampamento era precisissimo (si veda Ramban Bamidbar 2, 2 dove cita il Midrash in dettaglio: "Yehudà cui corrisponde il regno; accanto a lui la tribù di Issachar cui corrisponde la Torà; accanto a lui Zevulun cui corrisponde la prosperità [...] Reuven cui corrisponde la Teshuvà [...]; accanto a lui Gad cui corrisponde la forza e Shimon in mezzo per poter espiare per lui. E si metteranno in marcia per secondi5, perché la Teshuvà è seconda alla Torà [...]"). Infatti, alla fin fine tutti devono completarsi a vicenda e collaborare con un unico obiettivo. E quest'ordine è di per sé una protezione affinché non si sbaglino, scambiando le varie parti: in questo modo l'unità verra preservata. E si consulti colà (Midrash Yalkut Shimoni 687) "Come la pupilla del Suo occhio! Beate le orecchie che odono questo [insegnamento] ! A che punto [Hashem] amava [le tribù d'Israele]: come la pupilla del Suo occhio ! Vedi quanto li ha amati, protetti e custoditi: il Santo, benedetto Egli sia, ha detto a Moshé: 'Dì loro che Mi costruiscano un Tabernacolo affinché Io risieda in mezzo a loro; e non solo, farò loro delle bandiere per proteggerli'."



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Note del traduttore:
[1] Si pensi all'ordine necessario nel meccanismo di un orologio di precisione o nella disposizione in campo di una squadra di calcio vincente.
[2] Una nota nel testo rimanda all'articolo "L'unità della creazione e l'unità del cuore" che si trova a pagina 313 del Michtav Me-Eliyahu.
[3] Nel deserto del Sinai durante i 40 anni successivi all'uscita dall'Egitto.
[4] L'ambiente circostante, come verrà chiarito in seguito, sono le tribù vicine, perché è noto che i vicini esercitano una grande influenza (sia in bene sia nel contrario) sul carattere e sul comportamento di chi si trova accanto a loro. L'esempio più noto in negativo è quello di Korach, un Levita che si ribellò contro Mosè e Aronne, trascinando nella sua sciagurata ribellione alcuni membri della tribu di Reuven le cui famiglie dimoravano proprio accanto all'area dei Leviti in cui risiedeva Korach. Ad eccezione di On ben Pelet che si dissociò, pagarono tutti con la vita questa vicinanza da cui non seppero prendere le dovute distanze (si veda Bamidbar, capitolo 16, 30-35), come insegna il Midrash (Bamidbar Rabba 18, 5 e Tanchuma Korach 4): "Guai al malvagio e guai al suo vicino!".
[5] Il testo della Torà ci spiega che le varie tribu si mettevano in cammino, durante la traversata del deserto, raggruppate in quattro gruppi di tre tribù ciascuno. In ognuno di questi gruppi, la seconda tribù è idealmente scortata dalle due tribù che l'accompagnano: il Midrash riportato da Ramban dimostra l'ordine logico dello schieramento e dei raggruppamenti. Per esempio, la tribù di Shimon si trova in mezzo tra Reuven (la Teshuvà) e Gad (la forza). Si veda il Ramban citato e il Midrash da cui è tratto questo studio (Bamidbar Rabba 2, 9).

Questo brano è stato tradotto e pubblicato con l'autorizzazione del comitato per la diffusione dei testi del Gaon Rabbi Eliahu Eliezer Dessler (הוועד להפצת כתבי הגרא"א דסלר). Il comitato ci ha chiesto di segnalare ai nostri lettori desiderosi di studiare i testi di Rav Dessler che esiste un'edizione inglese "Strive for Truth", compilata con grande cura dal suo allievo Rav Aryeh Carmell e pubblicata da Feldheim.

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Michtav Mielyahu di Rabbi Elyahu Dessler, traduzione di Ralph Anzarouth
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