Meam Loez sul Libro di Ester, Midrash di Purim di Rabbi Rephael Hiya Pontremoli, versetto 6.10


BS"D


Traduzione di Ralph Anzarouth



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Meam Loez, Meghillat Ester 6, 10


10: Il re disse a Hamman: “Presto, prendi il vestito e il cavallo come hai detto, e fa’ così coll’ebreo Mordekhai, che siede alla porta del re. Non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!”

E quando il re udì le parole di Hamman, rispose: "Non credere che io stia parlando di te. Piuttosto, prendi in fretta il vestito e il cavallo come hai detto e fa' così coll’ebreo Mordekhai, poiché oggi Ester verrà al banchetto e ci chiederà come mai non abbiamo ricompensato in nessun modo Mordekhai per il bene che ha fatto al re, salvandolo dalla morte. Perciò devi sbrigarti e fargli quel trattamento prima del banchetto. E ho pensato che è per questo che sei venuto qui, visto che anche tu devi essere riconoscente a Mordekhai perché è grazie a lui che hai raggiunto questa posizione”.


E quando si onora qualcun altro contro la propria volontà, perché si pensa di meritare l'onore più di quell'altro, è nella natura umana di farlo con negligenza, senza cura, perché la cosa è contraria al proprio volere. E lo si fa di nascosto, affinché gli altri non vedano che gli si offrono quegli onori. Perciò disse Achashverosh a Hamman: "Vedi di non fare questa cosa con negligenza, solo perché non è diretta a te. Invece, prendi rapidamente l'abito e il cavallo e non agire di nascosto bensì come hai detto tu, portalo a cavallo per le vie della città. E non omettere alcunché, come si usa fare, di ciò che hai detto prima. Non come pensavi, a tuo vantaggio, di propormi di fare a quella persona grandissimi onori, pensando che ne avrei ridotto la portata. Non sarà così; farai invece proprio ciò che hai detto. E poiché l'abito e il cavallo hanno grande valore, non farli prendere da qualcun altro, piuttosto vai tu, affrettati e prendili. E anche il proclama, sei tu che dovrai gridarlo. E non dire che Mordekhai è uomo di condizione modesta, perché egli siede alla porta del re! E inoltre, poiché fu Mordekhai a rivelarmi il complotto di Bigtan e Teresh, e non tu, sei tu che devi essere il suo servo. Dai, vai in fretta a prendere l'abito e il cavallo, perché devi fare questa cosa prima di venire al banchetto, devi affrettarti e poi venire al banchetto".


Da qui si capisce che tutte le azioni di Achashverosh erano avventate come questa, come con Ester e con le lettere; tutto era fatto in modo improvvisato e precipitoso, ciò che prova che il re era uno sciocco. C'è chi deduce che in quel momento il re era pieno di astio verso Hamman, che aveva provato ad acquisire per sé onori e privilegi così elevati. Perciò lo incaricò di affrettarsi e di ottemperare personalmente, in modo che tutti sappiano che non è lui il re, ma solo il servo del re. C'è chi deduce che Achashverosh gli disse di non omettere alcunché riferendosi alla corona, che non aveva menzionato nelle sue ultime parole; e gli ricordò così di fare anche questo. E c'è chi dice che vedendo il cambiamento nel volto di Hamman, decise di dirgli di non omettere niente di quello che aveva detto.


E c'è chi spiega la frase "Non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto" secondo la discussione riguardo alla congiunzione "e", se è usata per aggiungere o per separare. E scrissero i primi Maestri che ciò si riferisce unicamente ai precetti negativi e non a quelli positivi, perciò quando il re gli disse di prendere l'abito, Hamman affermò che secondo le leggi degli ebrei la "e" viene usata per separare e quindi non si sentiva obbligato a adempiere a tutto. Gli rispose: "Stolto, la discussione porta solo sui precetti negativi, ma su quelli positivi tutti sono d'accordo che la "e" viene per aggiungere!" Perciò gli disse "Fai così" e aggiunse "Non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!"


Si può facilmente intuire la profonda angoscia di Hamman quando udì le parole del re. Infatti, egli rincorreva gli onori con tantissimo impegno, al punto che tutta la sua ricchezza, i suoi beni e i suoi molti figli non valevano più niente per lui quando vedeva Mordekhai che non si inchinava e non si prostrava davanti a lui. E adesso dovrà lui offrire tutti quegli onori a quello stesso Mordekhai cui aveva preparato il palo su cui impiccarlo.


Hamman rispose e disse: "Signor mio, il re, io non so chi sia Mordekhai". Gli rispose: "Mordekhai l'ebreo". Gli obiettò: "Ci sono tanti ebrei di nome Mordekhai". Voleva dire con ciò che poiché tutti gli Ebrei gli erano stati venduti per diecimila talenti d'argento, e con loro gli fu venduto anche Mordekhai l'ebreo, allora com'è possibile ch'egli sia costretto a umiliarsi così davanti a lui. Il re gli rispose: "Non sai di quale Mordekhai si tratta? E quello che siede alla porta del re!" Ciò che significa: malgrado ti dissi che tutti gli Ebrei ti erano stati venduti, questo Mordekhai non fa parte della vendita, benché sia ebreo, perché è uno dei ministri del re. E ricorda che questo Mordekhai sedeva alla porta del re ed era già una persona importante fin dall'inizio del mio regno, insieme a te. E che vi ho mandati insieme in guerra in India, ed è lì che ti ha comprato come servo. E la prova ne è che tutti si prosternano davanti a te ma non Mordekhai che invece siede alla porta del re. Perciò, non devi sentirti in imbarazzo se diventi suo servo.


Achashverosh intendeva fargli digrignare i denti, perché sapeva che Hamman provava invidia per Mordekhai, ché sedeva alla porta del re, com'è detto (Ester 5, 13) "Ogni volta che vedo Mordekhai l'ebreo seduto alla porta del re", e perciò gli disse con enfasi: "È proprio quel Mordekhai l'ebreo, che siede alla porta del re, è lui l'uomo che il re desidera onorare e che è degno di tutti questi onori". Hamman gli rispose: "È vero che l'uomo che il re desidera onorare è degno di tutti questi onori, ma io non avevo immaginato che tu parlassi di Mordekhai, poiché egli è uno spregevole ebreo. Inoltre, non mi avevi detto che intendevi con ciò ripagare un debito, ma solo che desideravi onorarlo. E c'è una grande differenza tra la restituzione di un debito e un dono: infatti, non è bene ripagare un debito dando più di ciò che si deve; se invece si desidera fare un dono gratuito, a questo non c'è nessuna quota o limite, e per questo motivo ho proposto tutti quegli onori. Ma ora che mi riveli che la tua intenzione è quella di ripagare Mordekhai, egli non è degno di tutti quegli onori, di portare un abito regale e di cavalcare un cavallo del re, perché questo sarebbe un grande disonore per la regalità: ciò si addice piuttosto a una persona ricca e onorevole. Se vuoi offrirgli un villaggio o un commercio, Mordekhai ne sarà felice, perché è povero e in questo modo ne trarrà un profitto". Il re gli rispose: "La proposta è uscita dalla tua bocca e anch'io voglio che tu la esegua così, quindi non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto! E il motivo per il quale non ti ho detto subito che voglio ripagare il mio debito verso Mordekhai è che io so che tu non cerchi il bene del regno, che tu ami i miei nemici e odii i miei amici, perciò non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!


Hamman lo supplicò: "Ti prego di non provocare una così grande vergogna per me in tutte le provincie. È vero che colui che tu desideri onorare è il mio nemico e non è degno di onori. Sono venuto qui unicamente per chiederti di poterlo impiccare, e ho già preparato la forca a casa mia, e sono venuto a chiederti l'autorizzazione a impiccarlo. E ora tu vuoi innalzarlo sopra di me...". Achashverosh gli rispose: Quando la smetterai di dire cose superflue? Vai veloce nei miei forzieri e prendi uno dei miei preziosi abiti di porpora, cucito con fili di seta pregiati e ornato di perle e di pietre preziose, dai cui quattro angoli pendono frange d'oro e una granata. Prendi lì anche una grande corona d'oro di Macedonia, che mi fu portata dalla città di Karyan nel mio primo giorno di regno. E anche la spada e la lancia e la corazza a squame che mi fu portata da Kush e due mantelli ricamati con pietre pregiate che mi furono portati dall'Africa. Vai anche alla stalla e prendine il cavallo più vicino all'ingresso, di nome Shifrag, che ho cavalcato nel mio primo giorno di regno. E fai tutti questi onori a Mordekhai l'ebreo".


Quando Hamman udì queste parole gli si annebbiò la vista e la sua mente si offuscò. Le sue ginocchia sbattevano tra loro e non sapeva più cosa fare. Hamman rispose dicendo: "Dici che questo Mordekhai si trova alla porta del re, ma io non so a quale porta, perché il re ha tante porte". Il re rispose: "La porta che conduce dal palazzo delle donne al palazzo del re". Hamman disse: "Io ti chiedo: poiché gli antenati di quest'uomo erano nemici dei miei avi e secondo il testamento di Timna, concubina del mio avo Elifaz, dobbiamo odiare quella gente, preferisco dare a Mordekhai diecimila talenti d'argento pur di non dovergli fare questo onore. Cioè, per il merito di avere salvato il re egli merita di essere salvato dal decreto e di non far parte di quelli che sono stati venduti, come hai detto. E io gli pagherò diecimila talenti d'argento, come la somma con la quale ho comprato gli Ebrei". Il re rispose a Hamman: "Vai a dargli questa somma di cui hai parlato. Inoltre, gli darò la proprietà di casa tua e dei tuoi beni, visto che sei il suo servo. E sei tenuto a tributargli tutti quegli onori di cui hai parlato". Hamman riprese a dire: "Che almeno in vece mia vadano i miei figli, che sono persone importanti: essi correranno davanti al cavallo". Il re rispose dicendo: "Tu, tua moglie e tutti i tuoi figli siete già servi di Mordekhai. Non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!"


Hamman ricominciò a dire: "Rifletti bene alla cosa e vedrai che essa comporta una grande infamia per il tuo regno, perché quello è un uomo di poco conto, indegno di tali onori. Sarà sufficiente per lui che lo nomini governatore di una piccola città del tuo regno e Mordekhai si accontenterà di questa ricompensa". Disse il re: "Lo nominerò governatore di tutte le provincie e di tutte le nazioni, affinché lo conoscano in tutto il mio regno, per mare e per terra, e tutti obbediranno ai suoi ordini. E dovrai fargli gli onori di cui hai parlato, senza tralasciare nulla". Hamman rispose dicendo: "Ecco, in tutte le provincie si usano sia la tua moneta che la mia: che ora venga usata la moneta sua, ma non voglio fargli tutti quegli onori!". Gli disse il re: "Non c'è limite alla ricompensa di un uomo che mi ha salvato dalla morte e che ha detto del bene di me. E che ora si usino la mia moneta e quella di Mordekhai in tutto il mondo, al posto della tua. E poiché hai compiuto grandi sforzi per salvare Bigtan e Teresh e non hai voluto ricompensare Mordekhai, mentre io ti ho elevato per merito suo, adesso non ho più abbastanza fiducia in te per affidarti il mio sigillo, perché non sei un amico del re come l’ebreo Mordekhai. E non si userà altra moneta al mondo che quella di Mordekhai. E tu, non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!".


Vedendo che che con tutte queste parole non riusciva a convincere il re a cambiare idea, Hamman disse sospirando profondamente: "Io so che i messaggeri son partiti verso tutte le 127 provincie del tuo regno per sterminare il popolo di Mordekhai. E tutto ciò è colpa sua, perché non ha obbedito all'ordine del re di inchinarsi e di prostrarsi davanti a me, con il pretesto che lui è ebreo. Ora che vedo che vuoi il suo bene e che non riuscirò ad avere la meglio su di lui, fammi questo piacere e manda delle lettere per annullare le lettere precedenti, e ordina che nessuno osi alzare la mano sugli Ebrei. Questo gli basterà e ci benedirà tutti e due". Gli disse il re: "A partire da adesso non hai più potere sugli Ebrei, perché sei servo di Mordekhai e del suo popolo; io annullo le lettere che hai mandato; e tu, non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto di fare a Mordekhai!". Hamman riprese a dire: "Uccidimi, piuttosto che ordinarmi di fare questa cosa, perché per me è meglio la morte". Il re gli rispose: "Fai presto, e non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!". In altre parole, "Morirai, ma devi rendergli questi onori". [Il re continuò:] "E vedi quanto ti considero importante: tutto ciò che hai proposto con la tua bocca, ti ordino di farlo. E nessuna parola è uscita invano e io gli offrirò campi e vigne per realizzare la tua parola.".


E qui bisogna chiedersi: ma Achashverosh odiava gli Ebrei ancora più di Hamman, come abbiamo spiegato. E com'è accaduta questa trasformazione per la quale si è opposto a Hamman per riservare a Mordekhai tutti questi onori e ha deciso di annullare le lettere ostili agli Ebrei? Infatti, in teoria ci si sarebbe aspettati che si trovi d'accordo con Hamman, anziché elevare il rango di Mordekhai che era ebreo! Ma bisogna capire che l'odio di Achashverosh per gli Ebrei non era dovuto a un difetto che aveva notato nel popolo ebraico, che Hashem ce ne scampi. Invece, era dovuto al fatto che i suoi cartomanti gli avevano predetto che un ebreo regnerà, prendendo la sua corona. E non aveva capito che si trattava di Dariavesh, figlio di Ester; pensava invece che gli Ebrei stessero preparando una guerra contro di lui. Ed è noto che ogni decreto ostile viene annullato, dopo che un decreto simile si realizza. Perciò Achashverosh desiderava elevare Mordekhai, cingerlo della sua corona e farne l'eguale del re con tutti gli onori che abbiamo descritto; infatti, diceva in cuor suo: "Se il decreto richiede che un ebreo metta la corona sulla sua testa e regni, questo onore reso a Mordekhay annullerà il decreto ostile e non dovrò più preoccuparmi degli Ebrei". Per questo motivo la sua rabbia fu così intensa quando Hamman cercò di diminuire gli onori resi a Mordekhai; e da quel momento in poi il suo odio verso gli Ebrei diminuì, come abbiamo spiegato. E ancora una volta, gridò a Hamman: "Hamman, Hamman! Fai presto, e non tralasciare nulla di tutto ciò che hai detto!".


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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Meam Loez, Rabbi Rephael Hiya Pontremoli, traduzione a cura di Ralph Anzarouth.
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