Meam Loez sul Libro di Ester, Midrash di Purim di Rabbi Rephael Hiya Pontremoli, versetto 6.11


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Traduzione di Ralph Anzarouth



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Meam Loez, Meghillat Ester 6, 11


11: E Hamman prese il vestito e il cavallo, fece vestire Mordekhai e lo fece cavalcare per la via principale della città, gridando davanti a lui: "Così vien fatto all'uomo che il re vuole onorare!"

E quando Hamman vide che il re non accettava i suoi consigli e non era convinto dei suoi argomenti, si recò al palazzo dei tesori del re, a testa bassa e storcendo la bocca. La sua mente era colma di angoscia e di dolore, le sue labbra tremavano, la sua vista si era annebbiata, il suo cuore sanguinava dentro di lui, i suoi abiti erano laceri, la sua cintura era slacciata e le sue ginocchia sbattevano, un ginocchio contro l'altro. Prese da lì gli abiti del re che gli erano stati portati nel suo primo giorno di regno e le altre cose che gli era stato ordinato di prelevare. Uscì di lì in stato di grande tormento e entrò nella stalla dove prese il primo cavallo della fila dei cavalli ornati di granate d'oro. Prese le redini di quel cavallo, caricò sulle sue spalle tutti gli abiti del re. Fu preso da una grande debolezza, le sue ossa si fiaccavano e il suo stomaco cedeva. Andò da Mordekhai e lo trovò mentre leggeva lo Shemà e pregava. Quando ebbe terminato la sua preghiera, cominciò a studiare con i suoi allievi le leggi dell'Omer. L'ora della lettura dello Shemà era stata nei suoi piani quella in cui avrebbe impiccato Mordekhai, e perciò venne proprio a quell'ora1. E quando Mordekhai vide Hamman venire verso di lui con un cavallo, disse ai suoi allievi: "Mi sembra che questo mascalzone sia venuto per uccidermi: scappate da qui, per non farvi finire uccisi a causa mia". I suoi allievi gli risposero: "Noi rimarremo con te per la vita e per la morte, non ti abbandoneremo". In quel momento Mordekhai si avvolse del Tallit e si alzò per leggere lo Shemà e pregare. Quando ebbe terminato la sua preghiera, cominciò a studiare con i suoi allievi le leggi dell'Omer, perché era il giorno di Pesach e a quei tempi questa Mitzvà proteggeva [gli Ebrei].


Hamman chiese a quegli allievi: "Cosa fate?" Gli risposero: "Studiamo le leggi [della manciata] di Omer che il Santo, benedetto Egli sia, ci ha ordinato di offrire all'epoca del Santo Tempio". Egli chiese loro: "Questa manciata di Omer era in oro o in argento?" Gli risposero che si trattava di orzo. Hamman disse loro: "La vostra manciata di orzo, insieme al sacco e alla cenere hanno sconfitto i miei diecimila talenti d’argento, perché voi siete amici di Hashem benedetto che ha ascoltato la vostra preghiera". Mordekhai pensava che Hamman lo stesse prendendo in giro e gli disse: "Hamman, Hamman! Stirpe di Amalek, aspetta un po' ch'io mangi del pane amaro e beva dell'acqua amara, poi mi condurrai alla forca". Infatti i giusti temono sempre di avere peccato e che la loro preghiera non verrà accettata, che Hashem ce ne scampi.


Hamman rispose: "Mordekhai il giusto, alzati, perché il vostro Signore fa sempre per voi grandi miracoli! La forca che avevo preparato è stata per me una disgrazia. Adesso, alzati, vesti questi abiti e monta sul cavallo del re, affinché le parole del re non siano vane". "Stupidissimo essere!" gli rispose Mordekhai "Non sai che sono coperto di sacco e di cenere? Può qualcuno portare un abito regale senza prima lavarsi? Vuoi forse offendere il re? Se portassi quegli abiti senza prima lavarmi e tagliarmi i capelli sarebbe un disonore per il re. E non è tutto. Non sai che sono a digiuno già da tre giorni e tre notti e perciò sono privo di forze?"


Subito corse Hamman al palazzo dei tesori del re per prenderne ogni tipo di olii preziosi e di balsami per lavare Mordekhai ai bagni.


Ester apprese tutto ciò che aveva disposto il re e subito pubblicò un decreto che vietava l'apertura di qualsiasi commercio, ingiungendo a tutti di scendere in strada per vedere il passaggio del più importante degli Ebrei. Tutti chiusero i loro negozi e i bagni, cosicché quando Hamman si recò ai bagni non trovò gli inservienti: l'acqua era fredda e dovette provvedere lui stesso a scaldarla e a lavare Mordekhai. Dover servire da inserviente dei bagni era per lui estremamente sgradevole, perché non era uno degli ordini che aveva ricevuto dal re; ma avendo visto l'ira del re, Hamman voleva evitare che lo sospettasse di non rispettare i suoi ordini volentieri. Perciò dovette lavare Mordekhai con le sue proprie mani, dopodiché lo unse con i vari tipi di olii pregiati per rinfrescare il suo corpo.


Andò poi a cercare un barbiere per tagliare i capelli di Mordekhai, ma non ne trovò. Avrebbe voluto chiedere a uno dei suoi servi o dei suoi amici di tagliare i capelli a Mordekhai, ma questi rifiutò di farseli tagliare da chiunque altro che Hamman, che era un esperto in materia. Inoltre, un altro avrebbe potuto ferirlo per odio, fingendo un errore. Invece non aveva motivo di temere Hamman, che aveva terrore del re.


Hamman non trovò nessuna soluzione: andò a casa sua, prese le forbici e gli tagliò i capelli. E mentre li tagliava, sospirava e piangeva amaramente. Mordekhai gli chiese: "Perché sospiri?" Hamman gli rispose: "Un uomo come me, elevato dal re al di sopra di tutti i ministri, che dirige tutti gli affari del regno, ridotto a fare l'inserviente dei bagni e il barbiere..." Perciò è detto: "Gridando davanti a lui: 'Così vien fatto all'uomo che il re vuole onorare!'," perché Hamman piangeva davanti a Mordekhai dicendo: "Ma è giusto fare questo all'uomo che il re vuole onorare?" Mordekhai gli rispose: "Questa professione non ti è sconosciuta. Ricorda i tuoi padri che erano inservienti dei bagni e barbieri al villaggio di Karionos2 e sono le loro forbici che hai preso per tagliarmi i capelli".


Quando ebbe finito di tagliargli i capelli, lo vestì con gli abiti del re, gli pose la corona sul capo e gli disse: "Alzati, Mordekhai, e sali su questo grande cavallo". "Non ne ho la forza" gli rispose Mordekhai "sono vecchio e spossato dal digiuno". In quel momento Ester invitò Mordekhai a casa sua per mangiare da lei, visto che come già spiegato tutti i suoi cibi erano casher, cosicché [Mordekhai] mangiò quel pasto. E prima che salisse sul cavallo, mandarono dal palazzo del re 27.000 giovani scelti, che avevano coppe d'oro nella mano destra e giare d'oro nella sinistra, per onorare e esaltare Mordekhai, marciando davanti a lui. Il motivo per il quale presero proprio coppe e giare era che Mordekhai aveva salvato il re dalla morte che sarebbe stata provocata dal veleno che Bigtan e Teresh avevano cercato di mettere nel suo calice.


Hamman disse a Mordekhai: "Alzati e sali sul cavallo, mentre io mi chinerò davanti a te e potrai salire su di me per montare sul cavallo". E così fece, Mordekhai salì su di lui e montò il cavallo, realizzando quanto detto nel testo (Devarim 33, 29): "E tu calpesterai le cime [dei tuoi nemici]". E benché tutto ciò avvenne nel giorno di Pesach, durante il quale è vietato tagliarsi i capelli, recarsi ai bagni e montare un cavallo, trattandosi di Yom Tov, tuttavia ciò gli era permesso in onore del re. Allo stesso modo, abbiamo visto che Yossef fu rasato nel giorno di Rosh Hashanà, come descritto nella Parashà di Miketz3. E quando Mordekhai salì sul cavallo, cominciò a lodare ed esaltare Hashem benedetto e recitare il salmo4 "Ti esalterò, Hashem, perché mi hai sollevato", fino in fondo. E quei 27.000 che portavano le coppe d'oro e le giare d'oro marciavano davanti a lui, declamando lodi e proclamando: "Così vien fatto all'uomo che il re vuole onorare!"


E tutti gli Ebrei marciavano dietro a Mordekhai con grande gioia, mentre le donne ebree stavano alle finestre delle loro case e proclamavano: "Così vien fatto all'uomo che il Grande Re, il Re dei re, vuole onorare5!" E quando la regina Ester vide Mordekhai vestito con abiti regali e in sella al cavallo del re, lodò ed esaltò Hashem benedetto che aveva risposto nel momento delle avversità. Disse Ester a Mordekhai: "Con te si realizza il versetto6 "Solleva il povero dalla polvere e issa il misero dalle immondizie". E per merito del sacco e della cenere, il Santo, benedetto Egli sia, ti ha risollevato in questo modo."


E quando passarono davanti alla casa di Hamman, sua figlia stava alla finestra e le sembrò che ci fosse Hamman sul cavallo e che fosse Mordekhai a camminare davanti a lui. Conosceva bene [le sembianze di] suo padre e di Mordekhai, ma li confuse perché il volto di Hamman era stravolto dalla sofferenza e i suoi vestiti erano strappati, mentre il volto di Mordekhai era radioso. E sapeva che suo padre Hamman aveva preparato la forca per Mordekhai. Subito aprì la bocca per insultarlo e sputargli addosso. Prese un vaso da notte e ne versò il contenuto sulla testa di Hamman, convinta che fosse Mordekhai. Hamman alzò gli occhi verso la finestra per vedere chi lo avesse tradito in quel modo. E quando la figlia riconobbe Hamman si buttò dalla finestra e morì.


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Note del traduttore:
[1] Cioè l'ora in cui aveva pianificato di fare del male a Mordekhai fu invece l'ora della sua disgrazia.
[2] Il Talmud Bavli chiama il villaggio Kartzum e ricorda che Hamman vi esercitò il mestiere di barbiere per ben 22 anni (trattato di Meghillà, foglio 16a).
[3] Bereshit 41, 14.
[4] Tehillim 30.
[5] Hashem, ovvio.
[6] Tehillim, 113, 7. Il testo si ritrova quasi identico anche nel Primo Libro di Samuele 2, 8.

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Meam Loez, Rabbi Rephael Hiya Pontremoli, traduzione a cura di Ralph Anzarouth.
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