La Menzogna, tratto dallo "Shaaré Kedushà" di Rabbi Haim Vital



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Un altro testo ebraico tradotto in italiano da Ralph Anzarouth per i lettori di ‘Maestri della Torà’


La Menzogna


Chi mente rinnega il D-o d'Israel e riconosce invece un'altra divinità, che è la menzogna. [Il bugiardo] appartiene alla categoria di chi non vedrà il volto della Presenza Divina, come è detto (Salmi 101, 7): "Chi dice bugie non sussisterà davanti ai Miei occhi" e non fa parte del Popolo Ebraico, del quale è scritto (Zefania 3, 13): "I superstiti d'Israel non commetteranno ingiustizie e non pronunceranno menzogne".


La vita del bugiardo viene accorciata, mentre invece chi dice la verità vive a lungo, come è detto (Talmud Bavli, trattato Sanhedrin 97a) di Rav Taviumi [il quale affermava] che se anche gli avessero proposto tutte le ricchezze del mondo non avrebbe mai mentito. Un giorno si trovò in un posto chiamato Kushta1 dove avevano l'abitudine di non mentire mai e dove nessuno moriva anzitempo. Morirono due figli suoi e [gli abitanti del posto] gli dissero: "Per cortesia, lascia questo posto e non suscitare la morte contro di noi". Ed è scritto (Geremia 9, v4 e v8): "Hanno abituato la loro lingua a dire bugie [...] Potrei Io non punirli per queste cose, [dice l'Eterno], potrei Io non punire gente come questa?".


Gli esploratori e la generazione del deserto furono puniti unicamente a causa della falsa testimonianza2. E dissero i Maestri di benedetta memoria che mentire è come commettere idolatria. Ed è scritto (Proverbi 6, vv. 16-17-19): "Hashem odia sei [peccati] [...]: la superbia, la lingua bugiarda, [...] la falsa testimonianza che esala la menzogna ". Ed è scritto (Geremia, ibid.): "E non dicono la verità [...] Potrei Io non punirli per queste cose?". Ed è scritto (Salmi 34, 13-14): "Chi è l’uomo che desidera la vita [...] ? Proteggi la tua lingua dal male". Ghechazi fu punito solamente perché mentì in nome di Elisha3. Amnon ingannò Tamar e venne ucciso4. Lo spirito di Nabot fu cacciato dal cospetto di Hashem per avere parlato con inganno, come è detto (Primo Libro dei Re, 22, v20 e v22): "Chi indurrà Achab in tentazione? [...] Esci!". [Cioè] esci dal Mio cospetto5.


E disse Rav Huna: "Gli Ebrei dovettero partire in esilio dalla loro terra unicamente per avere trasgredito al [divieto contenuto nel] versetto (Esodo 23, 7): 'Allontànati dalla menzogna'." E dissero i Maestri di benedetta memoria (Talmud Bavli, trattato Chaghigà 14b): "Gerusalemme fu distrutta per la sola ragione che non c'erano più uomini leali, come è detto (Geremia 5, 1): 'Percorrete le strade di Gerusalemme6 ecc.'."


E nel libro dello Zohar [è scritto che] in epoca di menzogna quell'angelo malvagio7 domina, come è detto (Daniel 8, 12): "E scaraventò la verità a terra" ciò che causò la distruzione del Primo e del Secondo Tempio [di Gerusalemme].


E dissero i Maestri di benedetta memoria (Massime dei padri 1, 18): "Il mondo poggia su tre cose: la giustizia, la verità e la pace". Ed è scritto (Salmi 15, 1): "Hashem, chi [è degno di] risiedere nella Tua dimora?" ed è scritto (ibid. 2): "Colui che dice la verità in cuor suo": perfino ciò che uno pensa in cuor suo deve avverarsi nei fatti, come dissero i Maestri di benedetta memoria riguardo all'episodio di Rav Safra8 ed è scritto (Malachi 2, v6 e v7): "Una dottrina di verità si trovava nella sua bocca e nessuna iniquità nelle sue labbra9 [...] poiché è un angelo dell'Eterno Tzeva-ot".


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Note del Traduttore:
[1] Kushta significa 'verità' in aramaico. L'episodio è molto più dettagliato nella Ghemarà. Rabbi Haim Vital cita qui solo gli elementi essenziali per la comprensione dell'argomento trattato. Questa Haggadà è citata anche nel capitolo 11 del Mesilat Yesharim.
[2] Si veda Numeri capitoli 13 e 14.
[3] Si veda il Secondo Libro dei Re, cap. 5.
[4] Si veda il Secondo Libro di Samuele, cap. 13.
[5] Si veda il Talmud Bavli, trattato Shabbat 149b. Qui il traduttore ha dovuto compiere una scelta difficile. Il testo dello Shaaré Kedushà (perlomeno nelle edizioni che abbiamo consultato) dice infatti "esci dal tuo cospetto" ma il testo originale del Talmud dice "esci dal Mio cospetto" e in effetti sembra più logica quest'ultima versione, secondo la quale Hashem caccia lo spirito di Nabot dalla Sua corte, perché i bugiardi non possono stare in Sua presenza.
[6] "Percorrete le strade di Gerusalemme, guardate e osservate, cercate nelle vie; se trovate un uomo che agisca con giustizia e ricerchi la lealtà, la perdonerò".
[7] s.m.
[8] Si vedano le Sheiltot di Rav Acha (Sheilta 36) oppure il commento di Rashi al Talmud Bavli, trattato Makkot 24a: Rav Safra aveva un oggetto da vendere e mentre diceva lo Shemà arrivò un acquirente; questi gli propose un prezzo, ma Rav Safra non rispose perché stava dicendo lo Shemà. Quello intese che l'offerta era troppo bassa e l'aumentò. Dopo che Rav Safra ebbe finito la lettura dello Shemà, gli disse: prendi l'oggetto al prezzo della tua prima offerta, perché a quel prezzo ero già d'accordo per cedertelo.
[9] Come evidenziato nel verso 4, il profeta Malachia parla di Levi, figlio di Giacobbe e capostipite dei Leviti e dei Cohanim.

Lo Shaarei Kedushah di Rabbi Haim Vital è opera esoterica e in quanto tale non è adatta a tutti i lettori: come abbiamo fatto con il testo sulla confessione dei peccati, abbiamo scelto un brano (tratto dalla seconda parte, porta 5) che ci è sembrato relativamente accessibile e il cui insegnamento è alla portata di tutti. Forse il lettore meno esperto non riconoscerà tutte le citazioni: perlomeno intenda bene il messaggio principale che riguarda la condanna della menzogna e la lode della verità.

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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Shaaré Kedushá, Rabbi Haim Vital, traduzione e note a cura di Ralph Anzarouth
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