La Ricompensa per le Mitzvot – Parashà di Ekev - dal Midrash Tanchuma


BS"D


Traduzione di Ralph Anzarouth


La Ricompensa delle Mitzvot


[...] Rabbi Chiya insegnò la parabola seguente1:


C'era un re che aveva un frutteto e vi portò dei giardinieri, ma non svelò loro la remunerazione corrispondente a ogni pianta del frutteto; perché se avesse rivelato loro il compenso previsto per [ognuna delle] sue piante, essi avrebbero scelto di consacrare tutto il loro lavoro alla pianta più redditizia. Così facendo, l'opera del frutteto sarebbe stata in parte compiuta e in parte trascurata.


Perciò il Santo, benedetto Egli sia, non ha rivelato la ricompensa di ogni Mitzvà (precetto), perché se l'avesse fatto alcune Mitzvot sarebbero osservate e altre invece verrebbero ignorate. E disse Rabbi Acha, a nome di Rabbi Abba bar Kahana: il Santo, benedetto Egli sia, ha differito la ricompensa di chi compie le Mitzvot in questo mondo affinché gli Ebrei le compiano in totalità2.


Rabbi Shimon bar Yochai insegnò che il Santo, benedetto Egli sia, ha rivelato [nella Torà] la ricompensa per due Mitzvot: una è la più difficile e l'altra è la più facile. E sono queste: la più facile è il Shiluach Haken3 e a questo riguardo è scritto (Deuteronomio 22, 7): "E prolungherai i tuoi giorni". E la più difficile è [quella che richiede di] onorare il padre e la madre, per la quale è scritto (Deuteronomio 5, 16): "Affinché i tuoi giorni siano prolungati". Quindi, per quanto riguarda la ricompensa prevista in questo mondo [per chi compie queste Mitzvot, esse] sono equivalenti.



Tratto dal Midrash Tanchuma (Parashà di Ekev, parte B), redatto in epoca talmudica dal Maestro Rabbi Tanchuma, della quinta generazione degli Amoraim (Maestri del Talmud), allievo di Rav Huna.

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Note del Traduttore:
[1] Si veda il corrispondente passaggio di Tzenna Ur'enna per capire la relazione tra la Parashà di Ekev e l'esempio in questione.
[2] Infatti il Talmud dice "Non c'è ricompensa in questo mondo", perché tutte le ricchezze di questo mondo non basterebbero a retribuire una sola Mitzvà, e quindi la loro ricompensa è necessariamente nel mondo futuro. E perciò non siamo stupiti di leggere nelle Massime dei Padri che "la ricompensa di una Mitzvà è un'altra Mitzvà": la migliore ricompensa che si possa ottenere in questo mondo è infatti l'opportunità di aumentare ulteriormente i propri meriti in preparazione alla vita eterna.
[3] Un precetto relativo ai nidi e ai volatili che li abitano.
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