Il Sentiero dei Giusti - Mesilat Yesharim Ramchal: Rabbi Moshe Chaim Luzzatto Capitolo 10: L’Integrità



BS"D



Torna al Capitolo 9



Traduzione di Ralph Anzarouth


L’integrità è la virtù di chi è del tutto immune da qualsiasi vizio morale e da qualsiasi peccato. E questo, non solo riguardo ai peccati noti ed evidenti, ma anche riguardo a quelli che il cuore è tentato di giudicare leciti; perché se si osserva sinceramente, si scopre che ci si concede una attitudine permissiva solo perché il cuore, ancora parzialmente affetto dalla tentazione da cui non è ancora del tutto guarito, ha condotto a adottarla.


Ma chi è del tutto guarito da questa piaga e si è pure ripulito da tutte le scorie negative lasciate dalla tentazione ha una visione chiarissima: la sua comprensione è pura e il desiderio non lo distoglie minimamente. Anzi, riconosce la malvagità di ogni suo peccato, fosse anche la più leggera delle trasgressioni minori e se ne allontana.


E riguardo agli integri che purificano le loro azioni a un livello così elevato da non lasciarvi nemmeno una tenue traccia di male, i Maestri si espressero in questi termini (Talmud Bavli, trattato Sanhedrin 23a): "Le menti candide1 di Gerusalemme".

E ora vedi la differenza tra il prudente e l'integro, malgrado le loro caratteristiche siano simili: prudente2 è colui che è cauto nelle proprie azioni e sta attento a non peccare in ciò che ha appreso ed è noto a tutti essere un peccato. Tuttavia, non ha ancora un controllo di sé sufficiente a evitare che il suo cuore sia attirato dal desiderio naturale e che ciò lo induca a concedersi dei permessi in questioni nelle quali il male non è evidente. E questo perché, nonostante egli si sforzi di dominare i suoi desideri3, ciò non basta a modificare la sua natura e quindi non può rimuovere la tentazione fisica dal suo cuore. Tutt’al più può dominarla - e invece di seguire lei, seguirà la saggezza. In ogni caso, l'oscurità delle cose materiali ha l’effetto di allontanarlo dalla retta via e indurlo in tentazione.


Ciononostante, dopo che l'uomo si è saldamente abituato a questa prudenza, al punto da cominciare a scrollarsi di dosso i peccati risaputi e ad abituarsi al servizio di D-o e allo zelo, mentre si rinforzano in lui il sentimento affettivo e il desiderio del Creatore, ecco che la forza di questa abitudine lo allontanerà dalle questioni materiali e condurrà la sua mente alla perfezione spirituale, finché potrà finalmente raggiungere l'integrità perfetta. Difatti, mentre cresce in lui la volontà [di avvicinarsi] al Signore, il fuoco del desiderio corporeo sarà ormai spento in lui e a questo stadio avrà ormai una visione chiara e pura. Come appena spiegato, non sarà più tentato dalla tentazione dovuta alla sua materialità, che non avrà più presa su di lui e tutte le sue azioni saranno caratterizzate da una integrità assoluta.


E infatti [il re] David si rallegrava di [avere raggiunto] questa virtù, dicendo (Salmi 26, 6): "Mi laverò le mani con purezza e girerò intorno al Tuo altare, o Eterno", poiché è vero che solo chi si ripulisce completamente da ogni minimo dubbio di peccato o di colpa è degno di vedere il volto di D-io Re4, perché nel caso contrario gli si addice piuttosto (Ezra 9, 6): "Arrossisco e mi vergogno di sollevare il mio volto verso di Te, o Signore mio".


E acquisire questa virtù richiede certamente un grande sforzo da parte dell'uomo, perché se è facile evitare i peccati risaputi, la cui efferatezza è evidente, è invece più difficile far prova della scrupolosità indispensabile all'acquisizione dell'integrità, poiché la permissività nasconde il peccato5, come già ricordato e come detto dai nostri Maestri di benedetta memoria (Talmud Bavli, trattato Avodà Zarà, 18a): "I peccati che l’uomo ha calpestato con i suoi talloni lo circonderanno al momento del giudizio6." E seguendo lo stesso schema dissero anche (Talmud Bavli, trattato Baba Batra, 165a): "La maggioranza [delle persone] commette frodi, una minoranza trasgredisce il divieto delle unioni proibite e tutti si macchiano della polvere di maldicenza7."


Questo avviene perché si tratta di un peccato così sottile che la gente non ne viene nemmeno a conoscenza. E i nostri Maestri di benedetta memoria dissero che [il re] Davide portava estrema attenzione a purificarsi completamente da tutte quelle [mancanze], perciò andava in guerra con ferma sicurezza, e chiedeva (Salmi 18, 38): "Inseguirò i miei nemici e li raggiungerò; non farò ritorno prima di averli eliminati", richiesta che non fu fatta nemmeno da Yoshafat, Assa e Chizkia8, perché non erano sufficientemente integri.


David stesso si espresse in questo modo, dicendo (Salmi 18, 21): "D-o mi ricompenserà secondo la mia onestà; mi ripagherà secondo l'integrità delle mie mani". E disse anche (Salmi 18, 25): "D-o mi ha ricompensato secondo la mia onestà, secondo l'integrità delle mie mani che è davanti ai Suoi occhi". E si riferisce proprio a quella rettitudine e a quell'integrità di cui abbiamo parlato. E in seguito disse anche (Salmi 18, 30 e 38): "Col Tuo sostegno attacco un battaglione ecc., inseguirò i miei nemici e li raggiungerò" ed egli stesso aggiunse (Salmi 24, 3-4): "Chi salirà sulla montagna di D-o e chi si leverà nel luogo della Sua santa residenza? Colui che ha le mani pulite e il cuore puro".


E tuttavia questa virtù è certamente difficile [da acquisire], perché la natura dell'uomo è debole, il suo cuore si lascia facilmente tentare e si permette le cose nelle quali può trovare qualche ingannevole pretesto. E di certo chi riesce a conseguirla ha ormai raggiunto un altissimo livello, avendo combattuto una dura guerra e avendola vinta.


Passiamo ora a un esame dettagliato dell’integrità.

-------------------------------------------------------------
Note del Traduttore:
[1] Si tratta di giudici che avevano un comportamento particolarmente integro: non firmavano nessun atto come testimoni senza conoscere gli altri firmatari, per assicurarsi che anche la loro testimonianza fosse valida; non sedevano in giudizio senza conoscere gli altri giudici; e non sedevano a tavola se non conoscevano gli altri commensali. L’Autore li cita come esempio di integrità intellettuale, assolutamente incontaminata da qualsiasi vizio o desiderio.
[2] Ancora una volta, può essere utile ripassare qui il capitolo 2 sulla prudenza.
[3] Parliamo qui di atti permessi dalla Torà (Rav Eliahu Roth)
[4] Ovviamente, espressioni come questa (si veda anche quella citata poche righe più avanti, tratta dal Salmo 18, 25) vengono usate solamente perché la Torà parla la lingua degli esseri umani, come spiegato da Maimonide nel capitolo 26 (parte prima) della Guida degli Smarriti, tradotto da noi in italiano per il sito www.anzarouth.com
[5] Non si immagina nemmeno che ci sia un peccato.
[6] La fonte di questa discussione nella Ghemarà è il Salmo 49, 6 che dice: ”Il peccato dei miei talloni mi circonderà”. Il lettore interessato troverà un interessante approfondimento di questo tema in un passaggio dello Tzenna Ur’enna della parashà di Ekev, anche questo tradotto da noi per il sito www.anzarouth.com
[7] Il divieto di polvere della maldicenza è spiegato nel capitolo 9 delle Leggi della Maldicenza del Hafetz Haim (Edizioni Morashà 2007, nostra traduzione). Ovviamente, quando si dice che tutti si macchiano di questo peccato, non significa che esso sia inevitabile. Chi studia e si impegna a osservare tutte le leggi della maldicenza può certamente evitare di commetterlo.
[8] Tre re del Regno di Giudea, vedi i Libri dei Re e i Libri delle Cronache.

Testo originale in Ebraico

Ramchal Messilat Yesharim Ebraico PDFTesto completo del Mesilat Yesharim (PDF) da ramhal.org
Ramchal Messilat Yesharim Ebraico DOC Testo completo del Mesilat Yesharim (DOC) da ramhal.org




-------------------------------------------------------------------------------------

Ellul 5769. Tutti i diritti riservati. Per saperne di più sul Copyright
Chiunque volesse citare, riprodurre o comunicare al pubblico in ogni forma e con qualunque mezzo (siti Internet, forum, pubblicazioni varie ecc.) parti del materiale di questo sito, nei limiti previsti dalla legge, è tenuto a riportare integralmente una dicitura, che per questa pagina è:

Tratto dal sito www.anzarouth.com : Messilat Yesharim, Rabbi Moshe Chaim Luzzatto, traduzione e note di Ralph Anzarouth.
È richiesto di aggiungere anche un link verso:
www.anzarouth.com/2009/09/mesilat-yesharim-10-integrita-nekiut.html
-------------------------------------------------------------------------------------