Meghillà di Antioco - Cenni storici sulla festa di Chanukkà


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Ringraziamo nuovamente Rav Doron Ronen per averci fornito i testi dei suoi lavori e per avere autorizzato la pubblicazione di questa versione in italiano a beneficio dei nostri lettori (traduzione e adattamento di Ralph Anzarouth)


Cenni storici sull'epoca di Chanukkà


Nell'anno 3429 Alessandro il Macedone, detto Alessandro Magno, conquistò la Terra Santa. In quel periodo si completava rapidamente la fine dell'egemonia persiana sul mondo mentre il dominio greco raggiungeva il suo apogeo. Alessandro Magno, che fu un re saggio e assennato, vide che la Terra Santa era un luogo di Torà ed ebbe grande rispetto per i suoi abitanti: conobbe e fu amico di Shimon Hatzaddik, che fu Cohen Gadol (Sommo Sacerdote) e uno degli ultimi membri del Grande Sinedrio. Provò per lui una tale stima da definirlo "la figura più apprezzabile che egli potesse immaginare".


La morte improvvisa di Alessandro Magno nel 3401 aprì una aspra lotta di successione tra i suoi generali. La Terra Santa cadde nelle mani di Tolomeo re d'Egitto e rimase fino al 3562 sotto il dominio tolemaico. In quell'anno la Terra Santa fu conquistata dai Seleucidi per mano di Antioco III, re di Siria. Il nuovo dominatore era una nazione potente, malgrado subisse già i continui attacchi dei Romani.


Nel 3585 salì al potere Antioco IV detto Epifane, che cercò di conquistare l'Egitto approfittando del fatto che l'esercito romano era occupato nella guerra contro la Macedonia. Questa campagna egiziana si concluse con la vittoria dei Tolomei e la sconfitta di Antioco, che durante la ritirata della sue truppe passò per Gerusalemme dove saccheggiò il Santo Tempio e compì violentissimi massacri. Non pago, nominò l'ellenizzante Menelao alla carica di Sommo Sacerdote e con l'aiuto di altri ellenizzanti operò per convincere tutti gli Ebrei ad abbracciare la sua religione, che D-o ce ne scampi, in modo da unificare i popoli del regno sotto un'unica cultura. Trovò un convinto alleato nelle classi sociali più elevate, che avevano purtroppo già abbandonato la Santa Torà e volevano convincere il regime a vietare l'osservanza delle Mitzvot a tutti gli Ebrei. Fu così che il rispetto delle Mitzvot fu vietato pena la morte, mentre molti stranieri furono deportati in Terra Santa per diminuire la percentuale di Ebrei nella popolazione. Infine, nel 3593 una statua idolatra fu posta sull'altare del Santo Tempio di Gerusalemme, dove furono celebrati sacrifici pagani, come in altri luoghi di Eretz Israel.


Alcuni si piegarono, in parte o del tutto, al culto imposto loro dal tiranno. Altri rifiutarono e fuggirono nel deserto o in Egitto, come alcuni superstiti della famiglia dei Cohanim. Altri ancora vennero uccisi santificando il nome di Hashem.


Tra i villaggi visitati dagli inviati di Antioco, in cerca di Ebrei da convertire al culto idolatra, vi era un centro di nome Modiin, non distante da Lud. Lì viveva una famiglia di Cohanim, gli Asmonei (Chashmonaim). Il padre e i cinque figli erano persone di altissimo livello morale e spirituale e ognuno di loro era degno, secondo i Maestri, di essere a capo del popolo d'Israele. Una volta ascoltato l'orrendo ordine dell'inviato di Antioco, il padre Matatiahu rifiutò di obbedire e uccise il messo e una delle sue reclute. Fu quello il segnale della rivolta e centinaia di Ebrei leali accorsero a Modiin per unirsi agli Asmonei, che operarono per riportare gli Ebrei alla loro fede autentica e pura. Alla morte di Matatiahu, suo figlio Yehuda Maccabi prese il comando della rivolta, il cui impeto costrinse i Greci ed i loro alleati ellenizzanti a cercare rinforzi, che trovarono dapprima nell'esercito dei Samaritani e in seguito in un'armata proveniente dalle zone costali. Nonostante la schiacciante superiorità numerica e un arsenale da guerra potente e collaudato, i Greci subirono due cocenti sconfitte ad opera dei Maccabei, le cui truppe non superarono mai le 12.000 unità ma si batterono animate dalla fede in Hashem e nella Sua Santa Torà.


Antioco dovette partire per una nuova campagna oltre l'Eufrate (da cui non fece ritorno) e nominò un reggente con il preciso compito di sterminare gli Ebrei ribelli. Nel frattempo, Yehuda Maccabi riorganizzò le sue truppe e le radunò in preghiera a Mitzpa, perché Gerusalemme era ancora in mano nemica. Fissò anche un giorno di digiuno pubblico e rispedì a casa alcuni soldati, secondo i dettami della Santa Torà. La battaglia seguente segnò ancora una vittoria dei Maccabei, che riuscirono a impadronirsi dell'accampamento nemico e a catturare preziose armi e un migliore equipaggiamento. Tutti gli Ebrei stavano ormai dalla parte dei Maccabim, a eccezione degli ellenizzanti che si trovavano a Gerusalemme. Neppure l'intervento personale del reggente seleucide e del suo esercito, forte di 50.000 soldati e 5.000 cavalieri, servì a frenare l'avanzata asmonea: la successiva vittoria di Beit Tzur aprì le porte alla conquista di Gerusalemme e del Santuario. Quando ciò avvenne, nell'anno 3596, i Maccabei trovarono il Santo Tempio profanato, le sue porte bruciate e perfino una statua di zeus esposta per il culto idolatra. Una volta purificato il Tempio e restaurate le offerte e i lavori sacerdotali, al momento di accendere la Menorà non si trovò olio puro, finché non apparve la famosa ampolla con il sigillo del Cohen Gadol. Per miracolo, questa piccola quantità di olio durò otto giorni anziché uno solo, ciò che confermò che questa guerra contro l'oppressione e l'intolleranza dei Greci aveva il favore di Hashem.


Nel secondo anno dopo il miracolo dell'ampolla d'olio, i nostri Maestri di benedetta memoria stabilirono che quei giorni verranno celebrati per tutte le generazioni con gioia e riconoscenza, lodi a Hashem e accensione di lumi per otto giorni, in ricordo del miracolo di Hanukkah.


La dinastia asmonea durò tra alti e bassi per oltre un secolo, fino alla conquista del potere da parte di Erode, che sterminò gli ultimi asmonei superstiti, senza dimenticare la propria moglie e i propri figli. Non molto tempo dopo, il Santo Tempio fu distrutto e il nostro popolo esiliato. Nella famiglia che aveva guidato tutto il Popolo Ebraico a servire Hashem e a osservare la Torà a qualsiasi costo, le nuove generazioni avevano ormai perso quello spirito e quella lealtà: dilaniata dalle lotte fratricide per il potere, la famiglia degli asmonei scomparse lasciando comunque il ricordo del miracolo cui meritarono di assistere, il miracolo di Hanukkà.


Vi proponiamo la Meghillà di Antioco, che narra alcuni degli avvenimenti di Hanukkà. Questo testo è stato diviso in 8 parti (chiamate "candele di Hanukkà") da Rav Yitzchak Ratzabi nel suo libro "Mahi Hanukkah" per facilitare la lettura di un brano in ognuno degli otto giorni di Hanukkà (ovviamente quello di Shabbat va stampato in anticipo). Buona lettura!




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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Meghillà di Antioco su Chanukkà, traduzione a cura di Ralph Anzarouth
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