Meghilat Antiocus: Fonti sugli Eventi di Hanukà


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Ringraziamo di cuore Rav Doron Ronen per averci fornito generosamente testi e commenti indispensabili ai fini di questa pubblicazione. Rav Ronen ci ha autorizzati a tradurre i suoi lavori in italiano a beneficio dei nostri lettori (traduzione e adattamento di Ralph Anzarouth)



Le fonti sugli eventi di Hanukkà


Hanukkà è una festa diversa dalle altre, in quanto è l'unica ricorrenza del nostro calendario a non essere menzionata nel Tanakh. Il motivo è che all'epoca del regno asmoneo la profezia si era già interrotta e solo i testi scritti su ispirazione divina vennero inclusi nella lista definitiva delle scritture bibliche.


Un'altra particolarità di Hanukkà è che le leggi proprie a questa ricorrenza sono appena accennate nelle fonti talmudiche, a differenza delle altre festività le cui regole e tradizioni sono ricordate in dettaglio nella Mishnà e nel Talmud, molto spesso in un trattato dedicato specialmente alla festa in questione.


Ciò si spiega col fatto che la stesura della Legge Orale fu la conseguenza delle persecuzioni e delle oppressioni subite dal Popolo Ebraico: esse mettevano a rischio la trasmissione della tradizione orale, la quale venne messa per iscritto proprio per scongiurare questo pericolo. Fu quindi data la precedenza alle Mitzvot i cui dettagli erano meno conosciuti dal popolo, come si deduce da Rambam (commento alla Mishnà, trattato di Menachot 4, 4). Una spiegazione simile si trova anche nel Chatam Sofer (trattato Ghittin, 78).


Un altro elemento appena accennato nei testi dei nostri Maestri di benedetta memoria è il resoconto degli avvenimenti storici di quel periodo: non si parla dei decreti contro l'osservanza della nostra fede decisi da Antioco Epifane e perfino la vittoria militare degli Asmonei è ricordata solo brevemente e en passant nel trattato Shabbat, dove si narra il miracolo della fialetta d'olio. Così dice la Ghemarà:


"Cos'è Hanukkà? Il 25 [del mese] di Kislev si celebrano gli otto [giorni] di Hanukkà, nei quali non si pronunciano orazioni funebri né si digiuna. Quando i Greci entrarono nell'edificio [del Tempio] resero impuri tutti gli oli che vi si trovavano. Quando i re della dinastia asmonea ebbero la meglio e li sconfissero, si misero a cercare ma trovarono solamente una ampolla di olio recante il sigillo del Cohen Gadol. Essa conteneva una quantità d'olio sufficiente all'accensione [della Menorà] per un solo giorno. Avvenne un miracolo e con quest'olio accesero la Menorà per otto giorni. L'anno successivo fu decretato che quei giorni diventino una ricorrenza festiva da celebrare con lodi e ringraziamenti."

[Talmud Bavli, trattato Shabbat 21b]

Alcuni sostengono che fu la presenza dei Romani in Terra Santa, all'epoca della redazione di Mishnà e Talmud a inibire il racconto della rivolta ebraica e del suo miracoloso successo: vuoi perché il nuovo dominatore avrebbe visto di cattivo occhio l'esaltazione delle gesta militari di un popolo a lui sottomesso; vuoi perché l'effetto politico delle vittorie dei Maccabei era già stato vanificato dai Romani che avevano ormai messo fine alla dinastia asmonea, mentre invece il miracolo dell'olio aveva lasciato un'impressione imperitura per tutte le generazioni del Popolo Ebraico.


Val la pena di ricordare che alcuni Maestri della Torà, Ramban e Abudarham in testa, portarono uno sguardo piuttosto critico sulla dinastia asmonea: infatti, il testamento del nostro patriarca Giacobbe prevedeva che i re d'Israele provenissero esclusivamente dalla tribù di Yehudà (come re David e re Salomone), escludendo quindi la tribù di Levi da cui provengono tutti i Cohanim (e perciò anche gli asmonei). Tuttavia né Ramban né Abudarham sostennero che questa unica colpa dei Maccabei (cui riconoscevano grandi qualità spirituali e una sincera devozione) fosse il motivo della scarsità di fonti rabbiniche sugli eventi storici di Hanukkà.


Malgrado le problematiche citate più in alto, ci è pervenuto integralmente un testo originale che racconta in dettaglio gli avvenimenti dell'epoca dei Maccabim e il miracolo di Hanukkà: si tratta della Meghillà di Antioco (o Meghillà degli Asmonei), redatta inizialmente in un aramaico molto chiaro e tradotta in seguito in Lingua Santa. È la fonte più accettata nella tradizione ebraica sulla storia e sul miracolo di Hanukkà: è anche la fonte più fedele e autorevole. Torneremo a parlarne più avanti.


Esistono altri libri, chiamati "libri esterni": Ben Sira, il libro dei Maccabei, i libri degli Asmonei (1 e 2) e altri ancora, ma la Meghillà di Antioco viene loro preferita in quanto più fedele, poiché la sua redazione è attribuita ai santi Maestri. Alcuni dei nostri primi Maestri, tra cui Rabbi Saadia Gaon (nel suo Sefer Hagaluy) e Rabbenu Nissim di Kiruan (nel Chibur Maasiot e nel Chibur Yaffé Mehayeshuà) la considerarono quasi alla pari con gli altri testi sacri. Invece i Maestri furono molto più riservati nei confronti dei libri esterni, di cui non si conosce l'identità dell'autore e di cui non abbiamo il testo originale ma solo la traduzione in greco. Rabbi David Ganz (o Gans), uno degli allievi del Rama, scrisse nello Tzemach David che i libri esterni (e in particolare il libro degli Asmonei) non hanno validità per noi.


Un discorso a parte merita il Sefer Yosiphon, scritto da Yossef Ben Gurion (conosciuto anche come Giuseppe Flavio), un ufficiale dell'esercito che combatté i Romani prima della distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme. Malgrado i suoi resoconti della guerra contro i Romani siano palesemente inesatti, perché redatti (come parzialmente ammesso dallo stesso autore) in modo da ingraziarsi i vincitori, al Sefer Yosifon su Hanukkà fu riconosciuta una parziale validità, in quanto non era stato scritto per difendere interessi personali. Tuttavia, anche il Sefer Yosippon contiene inesattezze e contraddizioni incompatibili con i testi dei Maestri e con la Meghillà di Antioco.


Per tornare alla nostra Meghillà, essa venne chiamata con numerosi appellativi: Meghillà di Antioco, Meghillà greca, Meghillà di Hanukkà, Meghillà della Dinastia Asmonea. Fu inclusa in numerosi Siddurim e presentata talvolta come la "continuazione" della Bibbia. Sembra che il motivo della sua redazione da parte dei Maestri fu la necessità di trasmettere alle generazioni future il racconto del Miracolo di Hanukkà e della bontà di Hashem che ci ha liberati dall'oppressione dei tiranni greci: leggendo i fatti di Hanukkà, sappiamo di cosa esserGli riconoscenti quando compiamo le diverse Mitzvot di Hanukkà come l'accensione delle candele e la lettura dell'Hallel. Oltre alle citazioni già menzionate, questa Meghillà è ricordata anche dall'Abudarham, da Rabbi Yehudà Halevi e dallo Shibbolè Haleket. Alcune comunità (per esempio in Spagna, Italia, Yemen e Persia) adottarono la tradizione di farne lettura pubblica in sinagoga durante Hanukkà. Più tardi questa tradizione si estese anche a comunità ashkenazite e chassidiche ed è tuttora in vigore in alcune sinagoghe di rito algerino. Alcune comunità italiane facevano addirittura precedere la lettura pubblica da una apposita benedizione, ma il Rid (Rabbi Yehoshua di Trani) vi si oppose perché questa lettura non è obbligatoria secondo la Halakhà.


La Meghillà di Hanukkà narra principalmente la rivolta asmonea contro la dominazione greca in Terra Santa e la purificazione del Santo Tempio di Gerusalemme dopo tre anni di battaglia. La Meghillà ci rivela anche che l'oppressione seleucide ebbe inizio con i decreti che vietavano l'osservanza di tre Mitzvot: lo Shabbat, i capi mese e la circoncisione. Viene anche ricordato il miracolo dell'ampolla d'olio di cui parla il Talmud nel brano citato in precedenza.


La Meghillà di Hanukkà, che narra quindi la storia degli avvenimenti di 21 secoli fa, è stata divisa in 8 parti (chiamate "candele di Hanukkà") da Rav Yitzchak Ratzabi nel suo libro "Mahi Hanukkah" per facilitare la lettura di un brano in ognuno degli otto giorni di Hanukkà. Il sito dei ‘Maestri della Torà’ vi propone la storia di Hanukkà interamente tradotta in italiano.


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Tratto dal sito www.anzarouth.com : Meghillà di Antioco su Chanukkà, traduzione a cura di Ralph Anzarouth
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